14 Gennaio 2025
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Scienza e tecnologia, Sicurezza

La privacy sul passato può colpire ancora?

14.01.2025

Garantire la nostra privacy digitale oggi è un must. Ma cosa è accaduto ai nostri dati rimasti intrappolati negli archivi qualche anno fa? È possibile che qualche malintenzionato ne entri in possesso? I servizi a maggior rischio e i consigli di Kenn White, direttore dell’Open Crypto Audit Project.

Si sa che con il trascorrere degli anni l’attenzione alla privacy digitale ha fatto passi da gigante, non solo da parte di chi con il proprio lavoro ce la garantisce, ma anche nella percezione generale. Se però oggi è molto più facile e frequente adottare accorgimenti utili a non diffondere per il web i nostri dati personali e sensibili, in passato non era così. E magari anni fa, quando eravamo meno preparati sul tema, potremmo aver compiuto qualche leggerezza che può ancora danneggiarci. Ecco di che cosa si tratta, e quali azioni possiamo adottare a distanza di tanto tempo.

Partiamo da piattaforme più sicure, come due tra le principali di messaggistica: WhatsApp e Signal. Qui da molto tempo è attiva la crittografia end-to-end, che permette ai nostri messaggi (e ai conseguenti scambi di informazioni) di rimanere a sola disposizione di chi li ha inviati e ricevuti: chiunque altro per scovarli dovrebbe avere il controllo diretto del nostro device. E vale per aziende, multinazionali, governi, malfattori di ogni genere e addirittura gli stessi proprietari e programmatori del servizio.
Se però ci è capitato di utilizzare, anche in un passato ormai remoto, servizi come Slack, Facebook Messenger o Google Chat/Hangouts/Gchat, è giusto sapere che tutte le nostre comunicazioni sono finite nell’archivio di un server cloud. E quindi, se abbiamo comunicato a qualcuno i nostri gusti, le nostre ideologie, le nostre preferenze, le nostre debolezze o addirittura qualcosa di ancora più sensibile (ad esempio i dati bancari), non è impossibile che qualche malintenzionato ne entri in possesso.

La soluzione? Ricordarsi, ogni tanto, di cancellare tutto. Soprattutto se quei messaggi non hanno più nessuna importanza per noi, e anzi rischiamo di esserci dimenticati quanto personali fossero le informazioni sulla nostra vita che abbiamo condiviso. «Cinque o dieci anni fa eravamo presumibilmente molto diversi da ciò che siamo diventati oggi. Anche per questo è importante, di tanto in tanto, fare le pulizie di primavera dei nostri contenuti digitali. Soprattutto sui social network e messaggi in chat ormai molto vecchi», è il consiglio di Kenn White, direttore dell’Open Crypto Audit Project.
A seconda del proprio dispositivo, cambiano le operazioni da effettuare. Con i telefoni iOs, l’applicazione Messaggi di Apple permette di cancellare automaticamente la cronologia delle chat: basta cercare Impostazioni > Applicazioni > Messaggi, selezionare Conserva messaggi e programmarne l’eliminazione definitiva (che avviene 30 giorni dopo). Anche su Android, oltre che su iOs, è consigliabile svuotare di tanto in tanto l’archivio degli sms. Su Facebook le vecchie chat si possono cancellare solo una alla volta manualmente, mentre per quelle nuove il servizio è automatizzato. E attenzione anche a WhatsApp, soprattutto se siete fan dei backup senza fine: se conservate e trasferite ogni conversazione da un telefono all’altro, ricordate che la crittografia end-to-end è stata introdotta solo nel 2016. E quindi i messaggi precedenti potrebbero essere alla mercé dei malintenzionati.

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