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La sanità italiana che supplisce l’America

04.11.2023

La sanità americana sorda nei suoi confronti: è la storia di una donna che fugge da un sistema sanitario nella speranza di una cura per un raro sarcoma. Sarà operata all’Istituto Nazionale dei Tumori a Milano.

È la storia di Cheryl Pierce, americana originaria del Massachusetts, ma da lungo tempo trapiantata a New York. Soffre di un liposarcoma de differenziato diagnosticatole nel maggio del 2019 grazie ad un patologo italiano di fama internazionale, il professore Angelo Paolo Dei Tos, attuale docente Ordinario Anatomia Patologica Università degli Studi di Padova e Direttore UOC Anatomia Patologica AOU Padova.

Cheryl sapeva di avere un sarcoma sin dal gennaio del 2019, ma nessun specialista in Usa era riuscito a stabilire la tipologia. È stata paziente di diversi centri considerati di eccellenza in Usa, tra cui MD Andersen, Mayo Clinic, New York Presbyterian, John’s Hopkins e Duke University Hospital. «Nessuno sapeva» – ha commentato.

Ma la diagnosi è stata solo l’inizio di un altro lungo calvario tra le innumerevoli difficoltà che presenta il sistema sanitario americano soprattutto se non si è coperti da certi tipi di assicurazione medica. I diversi specialisti, inoltre, non concordavano sul trattamento per il sarcoma. Vista la gravità del tumore, occorrevano sia la radioterapia che un intervento chirurgico, quest’ultimo con il rischio di lasciarla invalida. Dopo varie battaglie, Cheryl è stata sottoposta ad intervento chirurgico al Duke University Hospital in Carolina del nord nel settembre del 2019.

Per sua scelta, la chirurgia non è stata radicale, ossia senza la resezione di tutto il compartimento anatomico della sede del tumore. In questo modo è riuscita a non compromettere le sue capacità motorie.

Purtroppo, il sarcoma è ritornato nel luglio del 2022. A quel punto è iniziato un altro calvario, fatto di un susseguirsi di appuntamenti medici da un capo all’altro del paese. Tutti gli specialisti consultati si sono dimostrati sordi nei confronti delle sue richieste e delle sue preoccupazioni. L’unica via possibile per loro era una chirurgia aggressiva, la stessa da lei rifiutata nel 2019.

Di lì la sua decisione di rivolgersi di nuovo all’Italia. Dopo essersi consultata nuovamente con Dei Tos, è stata indirizzata verso il dottor Alessandro Gronchi all’Istituto Nazionale dei Tumori a Milano. Gronchi è specializzato nella cura e nella ricerca dei sarcomi dei tessuti molli e dopo aver presentato alla paziente tutti gli scenari e i fattori di rischio, ha lasciato a lei la scelta del tipo di intervento. «Ha ascoltato le mie preoccupazioni – ha spiegato Cheryl – e si è reso disponibile ad operare in modo da preservare il più possibile la mia capacità di camminare correttamente. Nessuno negli Stati Uniti ha voluto ascoltarmi».

Cheryl verrà in Italia tra circa un mese per essere operata. È ben consapevole che correrà dei rischi ma pensa positivo, entro la fine dell’anno potrebbe ripartire per New York lasciandosi dietro il sarcoma ed in grado di camminare con le proprie gambe. Non potrebbe esserci per lei un inizio di nuovo anno migliore.

 

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