31.08.2024
La settima arte illumina Venezia
La città liquida, che è già di per sé un film nel quale immergersi, diventa una sorta di bolla caotica fatta di anteprime mondiali, giornate degli autori, master class, dove gli addetti di tutto il mondo si uniscono per celebrare il mare magnum delle proposte offerte dalla 81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Inutile andare a Venezia senza la guida spirituale di Pier Paolo Pasolini: «Il Cinema è la lingua scritta della realtà». Così, al Lido, penetrare il silenzio misterioso dell’Hotel Excelsior in stile moresco arabeggiante, lì dove è nata (sulla terrazza) la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (1932), grazie al conte Giuseppe Volpi di Misurata, significa riallacciare un fil rouge lungo quasi un secolo, una pellicola che continua ad incantare regalando eventi e glamour legati alla settima arte. Dalla darsena al Palazzo del Cinema che ospita le sale delle proiezioni, è il red carpet che accoglie personalità e star internazionali in un mix divistico-mondano a regalare emozioni a chi è in cerca d’autografi e selfie.
Ma questi giovani adoranti dei vip, vittime (in)consapevoli della cultura di massa, privi d’inviti di gala e impossibilitati ad acquistare i rari biglietti ancorché costosi, sono linfa vitale per un’industria del cinema in ambasce. Festa e scoperta si fondono per questa 81esima edizione, quando a sfiorare leggiadri sul nastro rosso-fuoco ci sono i passi di Lady Gaga e Daniel Craig, Nicole Kidman ed Angelina Jolie, Brad Pitt e George Cloney, Cate Blanchett e Julianne Moore, e Sigourney Weaver, Leone 2024 alla Carriera, e gli idoli dei più giovani Jenna Ortega e Drew Starkey. Così, tra party, aperitivi e cene (sempre che si riesca a farsi invitare) il Lido si trasforma in spazio fisico e immaginario, dove s’intrecciano emozioni che spingono gli appassionati dal pontile dove sbarcano i divi alla Sala Grande, alla ricerca dei fotogrammi perduti, assecondando l’imprimatur del presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco: «Venezia è sempre in anticipo sul futuro e la sfida del cinema è raccontarci quello che è sotto i nostri occhi ma che ancora non vediamo».
Nella città liquida e mobile per eccellenza si rinnova un rituale che si specchia in laguna, un luogo che è già di per sé un film, nel quale immergersi attraverso le storie, la tradizione, nuove tendenze e volti inediti da scoprire. Una sorta di bolla caotica (ma imperdibile) fatta di anteprime mondiali, giornate degli autori, master class, addetti da tutto il mondo. Nel mare magnum delle proposte. Sarà meglio inseguire l’irriverente sogno visivo, tra presente e aldilà, di Tim Burton con il suo spiritello dispettoso Beetlejuice Beetlejuice, o la Callas, tenera e vulnerabile, di Angelina Jolie (con Pierfrancesco Favino e Alba Rohwacher)? O i due killer, Brad Pitt e George Cloney in Wolfs-Lupi solitari? E se fosse Daniel Craig, dismessi i panni di 007, a stupire in Queer (da Burroughs) di Luca Guadagnino? Citando pure il sequel di Joker (successo stratosferico del 2008) di Todd Philips, ora, Joker: Folie à Deux, con Lady Gaga new entry, amore e musa di Arthur Fleck, internato nel manicomio di Arkham. Mentre Pedro Almodovar firma Room Next Door, storia d’amicizia e riconciliazione, e Jude Law è un agente dell’FBI in The Order, a differenza di Kevin Costner in Horizon, western rampante. E sfruttando il trampolino mediatico veneziano varrà ricucire il legame pubblico-cinema italiano a partire da: Campo di battaglia di Gianni Amelio, due ufficiali, amici d’infanzia e medici nella Prima Guerra Mondiale; Iddu, con Elio Germano (Matteo Messina Denaro) e Toni Servillo; Vermiglio, di Maura Delpero, con Tommaso Ragno, soldato disertore; Valerio Mastandrea in Nonostante. Coltivando, pure, L’orto americano di Pupi Avati dopo la Liberazione; M – Il figlio del secolo di Joe Wright dal romanzo di Antonio Scurati; Giacomo Leopardi (esuberante) di Sergio Rubini. Azione del Cinema: «Mettere in ordine la realtà, dandole senso compiuto, trascendente, che custodisce nell’intimo» (Robert Bresson). Il Leone d’Oro sorride.
Credito fotografico: Giorgio Zucchiatti, La Biennale di Venezia, foto ASAC.