24 Aprile 2025
/ 24.04.2025

L’Africa sotto la morsa della siccità

Rapporto del Copernicus Global Drought Observatory: la siccità che da anni attanaglia vaste regioni dell’Africa è destinata a peggiorare. E la crisi idrica già colpisce agricoltura, produzione elettrica, , intere comunità che rimangono senza un approvvigionamento idrico stabile

La siccità che da anni attanaglia vaste regioni dell’Africa non solo non accenna a fermarsi, ma è destinata a peggiorare. È questo il preoccupante quadro tracciato dal nuovo rapporto del Copernicus Global Drought Observatory, realizzato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea. Dall’analisi emerge chiaramente che aree dell’Africa settentrionale, meridionale, centro-occidentale e il Madagascar settentrionale stanno vivendo condizioni climatiche eccezionalmente avverse, con precipitazioni scarse da oltre due anni e temperature costantemente superiori alla media.

L’impatto è devastante e si riflette su tutti gli aspetti della vita nei territori colpiti: dalla sicurezza alimentare alla disponibilità d’acqua, passando per agricoltura, economia ed equilibrio ambientale. Secondo i dati Copernicus, anche nei prossimi mesi il continente africano continuerà a fare i conti con ondate di calore, fiumi in secca e raccolti compromessi.

Fiumi in ritirata e raccolti in crisi

Uno degli effetti più evidenti della siccità è la drastica riduzione della portata dei fiumi. Il bacino dello Zambesi, uno dei principali sistemi idrici dell’Africa meridionale, ha subito un calo notevole del flusso d’acqua. Questo fatto ha prodotto conseguenze a catena: l’ecosistema fluviale ne soffre, l’agricoltura irrigua si blocca, le centrali idroelettriche riducono la produzione di energia, intere comunità rimangono senza un approvvigionamento idrico stabile.

Anche le coltivazioni stanno pagando un prezzo altissimo. Secondo il Bollettino MARS del Joint Research Centre del 24 marzo 2025, il Marocco e l’Algeria occidentale registrano perdite nei raccolti rispettivamente del 25% e del 6% rispetto alla media stagionale. La vegetazione in queste aree, osservata tramite immagini satellitari, mostra segni evidenti di stress idrico: le piante non crescono, i campi restano incolti, e i pastori faticano a nutrire il bestiame. Le piogge di febbraio hanno offerto un lieve sollievo ad alcune zone dell’Algeria, ma il quadro generale resta critico.

L’Africa orientale e la stagione delle piogge in crisi

Una delle situazioni più drammatiche riguarda l’Africa orientale, dove la stagione delle piogge “Belg” – da febbraio a maggio – è partita in ritardo e con precipitazioni ben al di sotto della norma. Questo ha compromesso la semina di cereali fondamentali per la sicurezza alimentare, come il mais e il grano, soprattutto in Etiopia. I bollettini del GEOGLAM Crop Monitor confermano che la stagione agricola 2025 è iniziata sotto pessimi auspici.

Secondo le previsioni meteorologiche a medio termine, le precipitazioni resteranno inferiori alla media nell’Africa orientale e occidentale almeno fino a maggio, mentre la maggior parte del continente continuerà a registrare temperature superiori alla norma. Solo alcune aree del Nord Africa potrebbero beneficiare di condizioni climatiche leggermente più umide, ma non abbastanza da ribaltare la tendenza generale.

Le crisi climatiche, come sempre, colpiscono più duramente le fasce vulnerabili della popolazione. La scarsità di acqua e cibo spinge milioni di persone verso l’insicurezza alimentare e idrica. Secondo il World Food Programme, nel solo Corno d’Africa oltre 30 milioni di persone sono oggi in condizioni di emergenza umanitaria a causa della siccità prolungata.

Così le migrazioni climatiche stanno aumentando: comunità rurali costrette ad abbandonare le terre ormai improduttive si spostano verso le città o attraversano i confini in cerca di migliori condizioni di vita. Questo genera ulteriori tensioni sociali e pressioni sulle già fragili infrastrutture urbane.

Il futuro: adattamento e cooperazione internazionale

L’Africa affronta una sfida epocale, che richiede risposte coordinate a livello regionale e globale. L’adattamento al cambiamento climatico deve diventare una priorità: investimenti in sistemi di irrigazione efficienti, raccolta dell’acqua piovana, riforestazione e pratiche agricole resilienti sono fondamentali per attenuare gli effetti della siccità.

L’Unione Africana, insieme a organizzazioni internazionali come la FAO e il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, sta cercando di promuovere iniziative a lungo termine per la gestione sostenibile delle risorse idriche e il supporto agli agricoltori locali. Ma gli esperti avvertono: senza un’azione climatica globale incisiva, episodi come quello che sta attraversando oggi il continente africano diventeranno sempre più frequenti e distruttivi.

La siccità in Africa è un campanello d’allarme che riguarda tutti. Le interconnessioni globali rendono impossibile ignorare gli effetti del cambiamento climatico in un continente che, pur contribuendo minimamente alle emissioni globali, ne subisce le peggiori conseguenze. Le soluzioni, dunque, devono essere condivise e solidali. Solo una collaborazione internazionale concreta e orientata alla giustizia climatica potrà invertire la rotta e dare una speranza a milioni di persone che oggi vedono la loro vita appesa a un cielo sempre più avaro di pioggia.

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