11.05.2024
Il principio è quello di non sottrarre terreni vitali alla coltivazione. L’agrivoltaico apre la strada al fotovoltaico con una soluzione che prevede pannelli sollevati e impianti realizzati in cave nelle vicinanze delle autostrade. La parola a Senato e Camera.
Dopo una lunga contrattazione, il Consiglio dei Ministri ha trovato un accordo sul DL agricoltura: in particolare, per quel che riguarda l’agrivoltaico – uno dei punti del DL – gli impianti sui terreni coltivati saranno consentiti, ma soltanto a patto che siano sollevati da terra, permettendo così l’attività agricola sotto di essi. Gli impianti, inoltre, potranno essere realizzati anche in cave nelle vicinanze di autostrade, decisione presa anche alla luce dei progetti già in corso e di quelli contemplati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una soluzione, insomma, che punta a coniugare la produzione di energia pulita con la valorizzazione e la tutela delle risorse agricole, con l’obiettivo di non sottrarre alla coltivazione terreni vitali e sfruttare in modo sostenibile le aree già compromesse o meno produttive.
Ma il braccio di ferro tra i dicasteri dell’Agricoltura e dell’Ambiente è stato faticoso. Nonostante ciò, il Ministro dell’Ambiente, Pichetto-Fratin, ha chiarito che, malgrado la stretta sull’agri-fotovoltaico, gli obiettivi nel settore delle rinnovabili rimangono fermi e che questa decisione non ostacolerà il piano di installare 38GW di fotovoltaico entro sei anni. La posizione di Coldiretti è nota da tempo, e dal canto suo ha sempre sostenuto la necessità di fermare l’espansione (a detta loro) incontrollata del “fotovoltaico selvaggio”, ritenendolo incompatibile con l’attività agricola. La Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, infatti, si è a lungo schierata per proteggere le campagne e per garantire la sovranità alimentare del Paese, sostenendo piuttosto la promozione delle comunità energetiche, degli impianti solari sui tetti e dell’agrivoltaico sostenibile, che prevede l’installazione di pannelli solari sospesi da terra. E così sia. Anzi, sarà, dopo l’approvazione definitiva del DL agricoltura che ora dovrà essere discusso in Senato e alla Camera. Ma ormai il dado è tratto, e Coldiretti ha espresso la sua soddisfazione.
Ennesima strizzatina d’occhio al settore, come era già accaduto con l’opposizione al Nature Restoration Law al Parlamento europeo? Nel complesso, non è da escludere che le decisioni prese dall’esecutivo potrebbero essere state influenzate da due fatti rilevanti nel contesto politico. Da una parte, le proteste dei trattori che hanno attraversato tutto il continente, che hanno messo in pericolo certi equilibri politici. E poi le elezioni (europee e amministrative), che ormai sono imminenti: il comparto agricolo rappresenta un importante bacino di voti, e un passo falso in questo frangente potrebbe costare caro. Ma c’è da sperare che adesso l’ambiente non pagherà un costo più caro.