15 Maggio 2024
Milano, 14°

Salute, Scienza e tecnologia, Sicurezza, Società

Le App prendono di mira i più piccoli, il caso TikTok

28.04.2024

La tecnologia cresce, la sicurezza no. Preoccupa il numero dei bambini con le App in mano. TikTok ne lancia una nuova aperta a tutti. Ue apre un’indagine e annuncia il Digital Services Act a tutela dei minori per evitare dipendenza e contenuti dannosi. L’invito a responsabilizzare famiglie e genitori.

TikTok fa male alla salute. Almeno così pensa la Commissione Europea che ha aperto un secondo procedimento ai sensi del Digital Services Act, la nuova normativa per cui le piattaforme online molto grandi sono obbligate a presentare una relazione di valutazione del rischio prima di lanciare qualsiasi nuova funzionalità. Nel mirino la versione Lite del social cinese, una versione studiata per essere fruibile anche da chi ha smartphone con poca Ram o comunque una connessione 3G. Sarebbe il TikTok per tutti, insomma, ma l’Ue sostiene che questa app così aperta a tutti finisce per creare dipendenza: «Sospettiamo che sia tossica, in particolare per i bambini – ha detto Thierry Breton, commissario al Mercato interno – Se l’azienda non fornirà convincenti prove di sicurezza, ne sospenderemo alcune funzioni». Tra cui il programma a premi che sarebbe stato appunto studiato per attirare anche i bambini.

Perché questo è il punto: secondo le recenti ricerche dell’autorità tecnologica Ofcom nel Regno Unito, un quarto dei bambini sotto i sette anni possiede uno smartphone personale. Come dite, è pericoloso? In effetti: mentre la tecnologia può offrire opportunità straordinarie per l’apprendimento e lo sviluppo, ci sono anche serie preoccupazioni riguardo alla sicurezza e al benessere dei più piccoli che utilizzano questi dispositivi. E proprio a Ofcom ha rivelato un aumento nell’uso di app progettate per adolescenti da utenti di età ancor minore, incoraggiati da famiglie che poco si preoccupano dai rischi del loro utilizzo.

Il governo britannico sta per questo considerando un’azione urgente per limitare l’uso dei telefoni e dei social media da parte dei minori di 16 anni, ma la sfida resta l’inefficacia dei controlli di età esistenti, con molti bambini che riescono a eludere le restrizioni imposte dalle piattaforme digitali. Come fare, dunque? Il caso TikTok mette a nudo i problemi dell’era in cui la tecnologia ha preso rapidamente il sopravvento nella quotidianità, e soprattutto è un monito per quanto sta per avvenire grazie all’intelligenza artificiale. Famiglie e aziende sono chiamate al senso di responsabilità, ed è sempre più importante considerare l’impatto a lungo termine dell’uso precoce degli smartphone sui bambini, valutando un approccio equilibrato che li protegga dai pericoli digitali, ma al contempo apra loro le porte alla vasta gamma di risorse educative disponibili.

Nel frattempo, tocca a TikTok difendersi: già la prima indagine aperta il 19 febbraio scorso aveva l’obiettivo di valutare se ci fossero violazioni in ambiti legati alla tutela dei minori, alla trasparenza della pubblicità, all’acceso ai dati per i ricercatori e alla gestione del rischio di design, che creano dipendenza e contenuti dannosi. Però, detto questo, i social sono tanti e i figli però sono i nostri. E forse è meglio non aspettare che ce lo dica l’Ue prima di correre ai ripari.

Condividi