Anche in Italia si parla sempre più spesso di città a 30 all’ora. Vediamo cosa significa e che vantaggi porta. Ridurre la velocità massima a 30 km/h nei centri urbani è una strategia che sta cambiando il volto di molte città europee. Dalla Francia alla Spagna, da Bruxelles a Bologna, fino a Helsinki, centinaia di Comuni hanno scelto di abbassare i limiti per avvicinarsi all’obiettivo fissato dall’Unione europea: dimezzare morti e feriti gravi entro il 2030 e raggiungere quota zero vittime sulle strade nel 2050, la cosiddetta Vision Zero.
Minore è la velocità, maggiore è il tempo di reazione, minore è l’impatto di un eventuale incidente. E i numeri lo confermano: nelle città che hanno adottato il limite generalizzato dei 30 km/h, gli incidenti stradali sono calati in media del 23%, le vittime del 37% e i feriti del 38%.
Sicurezza per pedoni e ciclisti
A Bruxelles, dove la misura è entrata in vigore nel 2021 gli incidenti hanno avuto un calo del 10%, i feriti gravi si sono ridotti di oltre un terzo e i morti si sono dimezzati. A Parigi, dove il limite copre il 60% della rete stradale, gli incidenti con danni fisici sono diminuiti del 25%, mentre quelli più gravi sono scesi del 40%. A Bologna, dopo i primi tre mesi di applicazione nel 2024, gli scontri stradali sono scesi del 14,5%.
Il vantaggio maggiore è per gli utenti più vulnerabili – pedoni e ciclisti – che guadagnano spazio e sicurezza. A Bilbao, in Spagna, la mobilità ciclabile è letteralmente esplosa: dai 320 mila spostamenti in bici del 2018 si è passati a quasi 1,8 milioni nel 2022.
I limiti a 30 km/h non salvano solo vite umane, ma migliorano anche la qualità della vita. Le emissioni inquinanti sono calate in media del 18%, i livelli di rumore urbano di 2,5 decibel e i consumi di carburante del 7%. A Berlino, ad esempio, l’introduzione dei 30 km/h su alcune arterie ha ridotto gli ossidi di azoto fino al 29%. A Bilbao le concentrazioni di polveri sottili sono scese del 19%.
La riduzione del rumore è un altro capitolo importante: a Zurigo i decibel sono calati di quasi due unità, a Modena addirittura di 3–5. E meno rumore significa meno stress, migliori condizioni di sonno, minori rischi cardiovascolari.
Viabilità e resistenze
Uno degli argomenti più usati dai critici riguarda i tempi di percorrenza. Ma i dati smentiscono paure e leggende metropolitane: i rallentamenti medi si aggirano tra il 3 e il 5%, spesso impercettibili nel traffico urbano. In alcuni casi, come a Bruxelles, i tempi di viaggio si sono addirittura accorciati grazie a un flusso più regolare e meno interrotto da frenate brusche.
Come accade per altre misure “antismog” o di sicurezza, la resistenza iniziale tende a svanire. A Graz, in Austria, prima città europea ad adottare i 30 km/h negli anni Novanta, solo il 30% dei cittadini era favorevole. Oggi l’81% li sostiene convintamente.
Dalle strade più silenziose ai marciapiedi più larghi, dai percorsi ciclabili alla maggiore socialità di quartiere, i 30 all’ora ridisegnano l’idea di città. Non è solo una questione di mobilità: significa restituire lo spazio urbano alle persone, ridurre le disuguaglianze tra utenti forti e deboli della strada e avvicinare le metropoli europee a un modello di sostenibilità.