16 Maggio 2024
Milano, 16°

Cultura

Le stelle cadenti della notte di San Lorenzo non amano i telefonini

« …gran pianto nel concavo cielo sfavilla», quali segreti nasconde la notte delle stelle cadenti più amata dell’anno? E quali consigli per assistere al meglio a questo favoloso evento?

Siete pronti per le meteore più famose dell’anno? Le vere star stanno arrivando! Così nelle notti tra l’8 e il 15 agosto i cieli saranno solcati dalle polveri di stelle. Dal punto di vista puramente scientifico si tratta dello sciame meteorico delle Perseidi, piccole e numerose meteore che attraversano l’atmosfera e dal cui attrito nasce la scia luminosa.

Perché osservarle proprio in questa data? Perché alle nostre latitudini, il cielo estivo è spesso sereno e ci permette di vederle. Tutto starà nelle previsioni meteo per questo giovedì, si cercano cieli sereni o poco nuvolosi.

Come vederle al meglio? Sicuramente andando lontano dalle fonti di luce, che sia una spiaggia solitaria, un campo fuori città, una baita in montagna, purché poco illuminata; verso la mezzanotte è l’orario migliore.  Attenzione, non sono ammessi cellulari! La luce del dispositivo ci mette un po’ a far abituare nuovamente i nostri occhi a percepire il buio del cielo (Non servono binocoli o altri aggeggi).

Perché proprio San Lorenzo?
La leggenda narra che Lorenzo divenne martire dopo essere stato messo sulla graticola e bruciato nel fuoco ardente. Ma attenzione:

«San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla»

è la prima strofa della poesia “X agosto”. Un classico che dalle scuole medie in poi presenta uno dei Poeti per eccellenza, ovvero il Pascoli.  Il dodicenne Giovanni compose queste celebri rime in memoria del padre Ruggero, ucciso mentre tornava a casa dal mercato di Cesena, proprio nella notte di San Lorenzo.

Famosissima la metafora con la rondine che venne uccisa mentre tornava al nido, con i rondinini affamati che la aspettavano pigolando. Insomma, il cielo che piange per la tristezza, l’ingiustizia e il male del mondo.

Se da una parte quindi la pioggia di stelle cadenti per Giovanni Pascoli è un cadere di lacrime celesti, dall’altra anche al vero martire Lorenzo non è certo andata meglio. Da lì in poi, poesia di fine 800 a parte, le stelle cadenti sono considerate evocative dei carboni ardenti su cui il santo fu martirizzato e per questo le chiamiamo anche lacrime di stelle.  In ricordo del suo martirio, però, ci è oggi concesso chiedere una grazia ed esprimere un desiderio, che ne valga la pena!

Condividi