21 Ottobre 2024
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Cronaca, Economia, Società

L’Europa scopre la povertà

19.06.2024

Oltre 94 milioni gli europei che vivono nella povertà. Un cittadino su 5 vive in condizioni di modestia assoluta e le percentuali vanno sopra la media in Bulgaria, Romania, Spagna, Grecia, Lettonia, Lituania, Estonia e Italia. I più esposti sono donne e giovani.

Sono dati allarmanti quelli pubblicati da Eurostat relativi alla povertà: secondo l’ente, nel 2023 un cittadino europeo su cinque era sulla soglia della povertà. Una statistica, questa, che nel concreto include oltre 94,6 milioni di persone in tutta Europa. Di questi, 13,4 milioni sono italiani, ossia il 22,8% della popolazione nazionale. Un fenomeno che però non è eterogeneo: se Paesi come Finlandia, Slovenia e Repubblica Ceca presentano quote inferiori al 16%, altri Stati, come Romania e Bulgaria, fronteggiano cifre che vanno oltre al 30%. Sopra la media (21,4%) anche Spagna, Grecia, Lettonia, Lituania, Estonia e, come visto, Italia.

Come in tutte le dinamiche sociali, ci sono fasce di popolazione che sono più esposte rispetto ad altre. Per esempio, il rischio di vivere in condizioni di povertà risulta maggiore tra le donne, tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, per le persone con un basso livello di istruzione e i disoccupati. Allarmante anche la situazione di pensionati e occupati, che si trovano sulla soglia della povertà nonostante percepiscano un reddito. Ancora, in tutta Europa si osserva un divario di genere: le donne (22,4%) sono più colpite rispetto agli uomini (20,3%).
Numeri, questi, che fanno male, e che dovrebbero portare a una riflessione più profonda: la povertà, infatti, non è solo una questione di statistiche, ma anche una questione sociale e umana. Tra le conseguenze di questa condizione, non ci sono solo le difficoltà economiche e tutto ciò che esse possono implicare, ma anche l’esclusione sociale. Il che, genera un circolo vizioso: meno rete, meno opportunità, meno probabilità di ripresa.

Dunque, non si può più restare a guardare, ma serve un’Europa che elabori politiche mirate per sostenere le fasce più fragili, promuovere l’inclusione sociale e creare un sistema di economie che siano più eque. E mentre in Italia sempre più persone sprofondano nell’abisso della povertà, con gli stipendi che sono ormai stagnanti da anni, e insufficienti per affrontare il costo della vita di oggi, ancora il salario minimo non è contemplata come opzione. Ma tanto a decidere saranno sempre coloro che, problemi di salario, non ne hanno.

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