21 Novembre 2024
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Cultura, Società

L’evidenza sottomessa

21.11.2024

Negazionisti, complottisti, terrapiattisti. Cosa ci insegnano i gruppi di persone che accrescono la cerchia degli adepti, abbindolati e catturati dalla rete dei social media, ma forsanche nelle riunioni di condominio e sulle panchine al parco? Le osservazioni.

Un esercito, per fortuna ancora piccolo ma abbastanza nutrito da fare danni, appartenente a una subdola realtà parallela, finta e inesistente. Coloro i quali ne fanno parte non hanno una guida spirituale, ma possono contare sulle tesi balorde di qualche pseudo scienziato nichilista, nel mentre si affacciano al potere politico, a livello internazionale, figure quantomai discutibili. Il problema è che a citarli se ne fa promozione e a commentarli si rischia di dare loro ancora più visibilità.

La prospettiva è doverci avere a che fare senza possibilità di arginarne l’impeto pericoloso e banale, e c’è il rischio enorme che nella massa si possa generare, in modo grossolano e puntuale, il dubbio. Non, evidentemente, sulla rotondità della nostra amata Terra, che pure è un geoide irregolare e non una palla perfetta. Diciamolo, i terrapiattisti ci fanno sorridere, tanto paradossali appaiono le loro tesi e le giustificazioni a sostegno delle stesse. Preoccupa certamente di più il popolo dei no vax, preesistente al Covid in quantità esigua quando si limitava, già facendo danni enormi, a mettere all’indice i vaccini obbligatori somministrati a neonati e bambini. E cosa dire delle fantomatiche scie chimiche, introdotte da chissà quale divulgatore fraudolente, in realtà semplici scie di condensazione prodotte dalla rapida condensazione in ghiaccio del vapore acqueo presente nei gas di scarico dei motori a getto degli aerei durante la navigazione in alta quota, dove la temperatura esterna è molto bassa.

Non solo la scienza, evidentemente, paga un alto costo per i pensieri e le azioni di chi nega e grida al complotto. C’è pure la storia, che non arriva ad essere studiata pienamente e genera una pericolosa “vacatio”, soprattutto quando si imbrattano pagine drammatiche per l’umanità e si fa scempio della memoria. Resta, vero e inossidabile, l’aforisma di Indro Montanelli: «un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente».
Tutto questo induce a fare appello all’industria del sapere, quella che non rientra nel calcolo del prodotto interno lordo ma che rappresenta l’architrave per produrre nuova conoscenza e capacità di sviluppo a beneficio della crescita individuale e collettiva.

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