27 Agosto 2025
/ 27.08.2025

L’Ia che conta gli alberi: rivoluzione verde o doppio costo ambientale?

Modelli di intelligenza artificiale come DINOv3 permettono di monitorare la riforestazione e attrarre investimenti, trasformando la sopravvivenza degli alberi in dati finanziabili. Ma la tecnologia richiede molta energia: si riapre il dibattito sull’impatto ambientale del digitale

L’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare una svolta decisiva per sbloccare i finanziamenti destinati al restauro dell’ambiente. Con l’aiuto di nuovi modelli di analisi, come DINOv3 sviluppato da Meta in collaborazione con il World Resources Institute, è ora possibile contare gli alberi e monitorare dall’alto i progetti di riforestazione con una precisione mai raggiunta prima. Il controllo avviene attraverso immagini satellitari e riduce fino al 97% i costi di verifica, permettendo di certificare la sopravvivenza delle piante piantate e di trasformare i risultati in asset finanziabili.

Per chi realizza progetti sul campo questo significa poter dimostrare in modo trasparente i progressi e attrarre capitali privati o pubblici con meno ostacoli. Secondo il WRI, ogni dollaro investito nel ripristino degli ecosistemi genera fino a 30 dollari di benefici economici, un ritorno che si traduce in nuove imprese e posti di lavoro, oltre che in assorbimento di carbonio e miglioramento della biodiversità. Strumenti come l’IA, capaci di dare credibilità ai progetti, possono dunque facilitare l’incontro tra chi ha bisogno di fondi per riforestare e chi è disposto a investire, aprendo la strada a iniziative su scala molto più ampia.

Dietro questo scenario incoraggiante resta però una questione da non sottovalutare: l’intelligenza artificiale ha anch’essa un costo ambientale. Addestrare e far funzionare grandi modelli richiede enormi quantità di energia, con un’impronta di carbonio significativa legata ai data center e alla produzione dei chip necessari. La stessa tecnologia che promette di accelerare la rigenerazione della natura rischia, se non alimentata da fonti rinnovabili, di incrementare la pressione climatica.

Il bilancio complessivo dipenderà quindi dalla capacità di integrare l’IA in una strategia più ampia di sostenibilità. Se impiegata con attenzione, la riduzione dei costi e l’aumento dell’efficacia nei progetti di restauro ambientale potrebbero superare di gran lunga le emissioni associate al suo utilizzo. In questo senso, il successo di DINOv3 e di altri modelli simili non sarà soltanto nella precisione con cui sapranno contare gli alberi, ma anche nella capacità di contribuire a un futuro in cui innovazione tecnologica e tutela del pianeta camminino davvero insieme.

CONDIVIDI
thompson-le-Gx6Tn6ePtPw-unsplash

Continua a leggere