22.04.2023
A poche giornate dalla fine del Campionato di Serie A, il Monza ha già conquistato l’ambito traguardo della salvezza.
Un risultato eccezionale, che ripaga la società di tutto il lavoro fatto dal 2018, anno dell’acquisizione della squadra da parte di Silvio Berlusconi con la gestione di Adriano Galliani. In quattro anni, l’attuale proprietà è stata in grado di portare il Monza dalla Serie C alla Serie A, nonostante qualche incidente di percorso, come la mancata promozione nella massima categoria due anni orsono con Cristian Brocchi allenatore. In quell’occasione, pur con una rosa sulla carta superiore a quella delle rivali, l’obiettivo non venne raggiunto, cosa riuscita invece l’anno seguente con Giovanni Stroppa. È stato il primo storico risultato ottenuto dagli attuali vertici societari; coronare un sogno, inseguito e sfiorato per quattro stagioni consecutive alla fine degli anni ’70, tanto da far recitare a Renato Pozzetto, nel film Agenzia Riccardo Finzi… praticamente detective, l’ormai famosa frase “Io sono del Monza, non andremo mai in Serie A”. Fortunatamente quella profezia è stata smentita e la scorsa estate, nel corso della sessione di calciomercato, è stata coraggiosamente costruita una squadra giovane e in maggioranza composta da calciatori italiani. Una scelta controcorrente, perché oggi fiscalmente costa di più avere in squadra giocatori italiani rispetto ad atleti stranieri, che beneficiano di una fiscalità più favorevole. È proprio per questo che tante società investono in calciatori provenienti da altri Paesi anche per il settore giovanile. Non è raro vedere squadre di Serie A senza nessun italiano nella formazione titolare. Così facendo però, s’impoverisce il proprio patrimonio tecnico e a farne le spese è soprattutto la Nazionale.
Il primo acquisto del Monza è stato quello di Matteo Pessina, il capitano, nato calcisticamente nelle giovanili del Monza, prima di passare inizialmente al Milan e poi dopo altri cambi di casacca all’Atalanta, diventando un giocatore della Nazionale. Proprio in queste vesti è anche il primo giocatore del Monza ad aver segnato un goal in maglia azzurra, in occasione del recente match contro Malta. Dopo di lui sono arrivati, tra gli altri, i centrocampisti Rovella e Ranocchia in prestito dalla Juventus e Sensi dall’Inter, oltre agli attaccanti Caprari (Verona) e Petagna (Napoli), e al difensore Izzo dal Torino. Solo per la difesa si è scelta un po’ la via straniera, con i centrali Marlon e Marì, affiancati dall’esterno Carlos Augusto già in forza al Monza dalla scorsa stagione e sinora miglior marcatore. Proprio quest’ultimo, in virtù della grande annata disputata, sembra interessare Juve e Inter. In porta, Di Gregorio ha saputo magistralmente fronteggiare la concorrenza dell’ex-Nazionale Cragno, che ha già chiesto di essere ceduto. Un altro giocatore molto promettente, magari sottovalutato rispetto ad altri, ma sempre concreto ed efficace, è l’esterno destro di centrocampo Colpani. Cosa serve per fare un ulteriore salto di qualità? Un centravanti più prolifico e un centrale difensivo più mobile, perché i centrali attuali hanno patito i rapidi attaccanti avversari.
Il merito di questa stagione eccezionale, in cui il Monza ha battuto due volte la Juventus e una volta l’Inter a San Siro, è di Raffaele Palladino, giovane tecnico esordiente in Serie A, il quale ha saputo compattare la squadra e darle un gioco, una volta subentrato a Stroppa. Palladino è stato già confermato anche per la prossima stagione, quando l’obiettivo sarà quello di provare a pensare a Conference o Europa League, seguendo l’esempio di altri club come Sassuolo e Atalanta. C’è interesse per una vetrina internazionale, che ovviamente porta nuovo business, e non è detto che in futuro nella compagine azionaria non possano entrare soci di minoranza stranieri.
Credito fotografico:
Andrea Petagna, acmonza.com