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Cronaca, Istruzione

L’inclusività, termometro del benessere scolastico

04.12.2024

Sistemi informatici adatti alla disabilità dell’80% in Emilia-Romagna a dispetto del 44% della Provincia autonoma di Bolzano. Significativi divari territoriali nel sistema scolastico che riguardano anche le gite didattiche, accessibilità fisico-strutturale e logistica. Ultimi aggiornamenti.

È una scuola sempre più inclusiva quella italiana, e i dati elaborati da Openpolis riferiti al 2022/2023 confermano una crescita positiva che prosegue ormai da diversi anni. Secondo le ultime statistiche, sono stati ben 338mila gli studenti con disabilità che hanno frequentato le nostre scuole, senza contare tutti quei ragazzi e quelle ragazze che, seppur con altri problemi di salute o limitazioni, non hanno bisogno dell’insegnante di sostegno. Dunque, sintomi di una maggiore capacità di garantire a sempre più persone il diritto all’istruzione.

Fin qui tutto bene, almeno nella teoria. Secondo le ultime indagini Istat, infatti, a fronte di questa maggiore inclusione numerica, ci sono però delle difficoltà oggettive, come la reale capacità degli istituti di offrire pari opportunità di partecipare alle natività extrascolastiche ed educative con significativi divari territoriali. Per esempio, nel complesso, il 73,4% degli istituti italiani è dotato di postazioni informatiche adatte a essere utilizzate da tutti gli studenti con disabilità, con picchi dell’80% in Emilia-Romagna a dispetto del 44% della Provincia autonoma di Bolzano. Ancora, un tasto dolente è rappresentato dalle gite didattiche: a quelle di più giorni che prevedono un pernottamento, in media, oltre il 60% degli studenti rinuncia, con quote che toccano il 70% nel Meridione. Il dato migliora un po’ per le uscite in giornata, con uno studente disabile su 10 che rinuncia. Ma anche in questo caso c’è una marcata differenza territoriale tra Nord (6,9%), il Centro (11,1%) e il Sud (14,8%).

Parlando invece di accessibilità fisico-strutturale, ossia quegli edifici che hanno ascensori, bagni porte e scale a norma, la quota è terribilmente bassa, con solo il 40% delle scuole su tutto il territorio che possono definirsi completamente accessibili. Promossa la Valle d’Aosta, con il 75% delle scuole che sono a misura di disabilità; bene – rispetto alla media nazionale – anche le province di Bergamo, Ascoli-Piceno, Pordenone e Cremona, con il 60% degli edifici scolastici che risultano del tutto a norma. Come visto, però, non sono tutte rose e fiori: una situazione critica, con meno del 30% degli edifici accessibili, si registra nel territorio di Siena, Livorno, Napoli, Vibo Valentia, Verbano-Cusio-Ossola, Genova e Belluno, con queste ultime due realtà che si attestano a quota rispettivamente 21,9% e 20,7%.

Infine, la questione logistica, con solo 17mila degli oltre 40mila scuole (in altri termini, 4 su 10), che dispongono di un servizio di trasporto dedicato agli alunni con disabilità, con Valle d’Aosta, Liguria, Puglia, Marche, Basilicata e Friuli-Venezia Giulia che superano la media nazionale. Insomma, bene la teoria, un po’ meno la pratica. Ma è fondamentale intervenire, perché è proprio la scuola che prepara il terreno per la futura inclusione nel tessuto sociale.

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