9 Settembre 2025
/ 8.09.2025

L’industria elettrica europea a von der Leyen: “Non si torni indietro sul 2035”

Oltre 150 aziende leader della mobilità elettrica hanno deciso di far sentire la propria voce in una lettera aperta indirizzata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen

Oltre 150 aziende leader della mobilità elettrica hanno deciso di far sentire la propria voce in una lettera aperta indirizzata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. La richiesta è netta: non arretrare sull’obiettivo delle emissioni zero per auto e furgoni fissato al 2035 e, anzi, rafforzare la strategia per garantire all’Europa la leadership mondiale nel settore.

I firmatari coprono l’intera filiera dei veicoli elettrici, dai produttori di auto e batterie ai fornitori di sistemi di ricarica, fino agli operatori di rete e alle aziende di energia pulita. Tra i nomi ci sono colossi come Volvo, Polestar, Samsung, LG Energy, Iberdrola ed EDP, insieme ad attori italiani come A2A e Alpitronic. Una rete che vale centinaia di miliardi di euro di investimenti e oltre 150.000 posti di lavoro già creati nel continente.

Il punto, che spesso non viene colto, è che il 2035 non rappresenta soltanto un obiettivo climatico, ma un punto di svolta industriale. In questi anni il target ha dato slancio a progetti concreti: gigafactory di batterie in Francia e Germania, stabilimenti automobilistici riadattati in Slovacchia e Belgio, infrastrutture di ricarica in forte crescita e investimenti per il potenziamento delle reti elettriche. Per questo, sostengono le imprese, tornare indietro significherebbe erodere la fiducia degli investitori, rallentare la transizione e lasciare campo libero ai concorrenti globali, a partire dalla Cina, che ha scelto con decisione la via dell’elettrico.

“L’obiettivo dell’UE di porre fine alle vendite di nuove auto a combustione nel 2035 è stato un punto di svolta”, ha ricordato Michael Lohscheller, CEO di Polestar. “Ha dato chiarezza all’industria, orientamento agli investitori e certezza ai consumatori. Indebolirlo ora significherebbe inviare il segnale opposto: che l’Europa può essere dissuasa dai propri impegni. Questo non solo danneggerebbe il clima, ma la capacità stessa dell’Europa di competere”. Nello stesso solco, Michiel Langezaal, CEO di Fastned, ha sottolineato che oggi serve “una mentalità di leadership, non di difesa”, e che le politiche europee devono accompagnare la crescita della domanda e l’accelerazione della mobilità elettrica.

Non tutti, però, sono allineati. Una parte del settore automobilistico, guidata da BMW e sostenuta da associazioni come Acea e Clepa, continua a considerare il divieto di vendita dei motori a combustione dal 2035 un obiettivo troppo rigido. L’idea, in questo fronte, è mantenere aperta la strada a carburanti alternativi e tecnologie ibride anche oltre quella data, sulla scia di quanto sta avvenendo in Cina. Una linea che trova il favore anche di Mercedes-Benz, che chiede più flessibilità e una strategia “tecnologicamente neutra”.

La partita non riguarda soltanto le emissioni, ma il futuro stesso dell’industria europea dell’auto: se restare tra i protagonisti della transizione globale o rischiare di diventare spettatori di un film girato altrove.

Mentre la Commissione europea si prepara a una serie di incontri ad alto livello la prossima settimana sul futuro dell’industria automobilistica, anche i produttori di autocarri e autobus ribadiscono il loro impegno alla transizione verde. Avvertono però che condizioni insufficienti rischiano di mettere in crisi un comparto vitale per l’economia europea, che fornisce veicoli indispensabili alla vita quotidiana di milioni di cittadini e imprese.

Negli ultimi anni il settore ha investito miliardi nello sviluppo di modelli a emissioni zero in grado di coprire tutte le esigenze di trasporto, ma i numeri restano insufficienti: secondo gli obiettivi al 2030, la quota di veicoli a emissioni zero dovrà salire dall’attuale 3,5% circa a un 35% in appena cinque anni. Mancano però le infrastrutture adeguate, dalle connessioni di rete alle regole sui pesi e le dimensioni, fino a strumenti cruciali come tariffe di ricarica competitive e incentivi mirati. Per questo i produttori di veicoli commerciali guardano con attenzione al confronto con von der Leyen e con i commissari Wopke Hoekstra e Dan Jørgensen, considerato decisivo per trasformare obiettivi ambiziosi in una transizione equa e realistica.

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