12.05.2024
Auguri a mamme e infermieri. Non è un caso che gli infermieri sono per il 76% donne, oltretutto mamme che devono conciliare questa professione, emblematica della dedizione e della nutrizione di vita, con i propri impegni famigliari.
L’immagine dell’operatrice sanitaria con la mascherina che stringe a sé un’Italia piccola e fragile cullata come un neonato nel materno abbraccio, opera dell’artista veneziano Franco Rivolli, è stata immortalata per sempre nel rappresentare la lotta sostenuta da medici e infermieri in piena pandemia. Un messaggio che resta attuale, nella cosiddetta ordinarietà, con gli infermieri sempre in prima linea, accanto ai medici, nei pronto soccorso e nei reparti, ancorché in numero insufficiente, a garantire l’assistenza ai pazienti. Quest’anno la Giornata internazionale dell’Infermiere, che cade il 12 maggio, coincide con la Festa della Mamma. Un’occasione per ricordare che gli infermieri sono per il 76% donne e oltre 270.000 sono mamme che devono conciliare questa professione impegnativa con i carichi familiari. Risulta, infatti, che di esse oltre la metà ha due o più figli.
«Siamo la spina dorsale del Servizio sanitario nazionale, ma stiamo assistendo a un momento particolarmente critico, fatto di carenze importanti, di diminuzione dell’interesse da parte dei giovani per la scelta di questa professione, di valutazione da parte di chi è già inserito di migrare verso altre strutture in alcuni Paesi europei e nordamericani» – ha dichiarato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI). La data del 12 maggio, scelta come ricorrenza celebrativa di questa figura fondamentale nelle cure cliniche e ospedaliere, non è casuale, perché coincide con il giorno di nascita di Florence Nightingale, cittadina britannica che nell’età vittoriana rivoluzionò il ruolo di chi si prendeva cura dei malati e per questo è considerata la madre dell’infermieristica moderna.
“Nutriamo la salute” è lo slogan scelto da FNOPI per celebrare la ricorrenza nel 2024, con la volontà di tornare all’origine della radice etimologica del termine anglosassone Nurse che deriva dal latino Nutrix e rimanda al concetto della nutrizione, del prendersi cura di chi ha bisogno. «Questo fa l’infermiere nella sua attività quotidiana» – sottolinea di continuo la presidente FNOPI, la quale richiama il tema della carenza infermieristica. «Non è più un problema della nostra professione, ma del Paese tutto, è un tema di tutti i cittadini perché senza infermieri non c’è futuro, non c’è salute, non c’è assistenza per una popolazione sempre più anziana, fragile e sola».
Nel 2020, all’insorgere della pandemia, in Italia c’erano 6,3 infermieri ogni 1.000 abitanti, rispetto a una media di 8,3 negli altri Paesi dell’Unione Europea. Il numero di infermieri attivi iscritti all’albo in Italia è di circa 395mila. Di questi, 270mila sono dipendenti del Servizio sanitario nazionale, 45mlila sono professionisti autonomi e 80mila lavorano per strutture private. Secondo la Fnopi, servirebbero circa 63.500 infermieri in più rispetto a quelli attuali, con 27mila infermieri mancanti al Nord, circa 13mila al Centro e 23.500 al Sud e nelle Isole. L’unica possibilità per richiamare l’interesse verso la professione infermieristica è renderla più attrattiva, con percorsi formativi premianti e qualificanti, migliorando le condizioni di lavoro e offrendo sicurezza e gratificazioni maggiori.