Croce e delizia per molte persone, l’acqua meglio di tanti altri elementi disegna il profilo esatto del nostro Paese. La dispersione lungo la rete idrica nazionale oscilla tra il 14% e il 72%, con una media del 42%, mentre in oltre il 50% dei Comuni le perdite idriche superano il 35% dei volumi immessi in rete. Inoltre, circa il 60% delle infrastrutture della rete idrica ha più di 30 anni e il 25% ha oltre mezzo secolo di vita.
Non solo, perché anche la quantità di pioggia che cade nel nostro Paese sembra riconoscere questa situazione. Il Meridione e le isole maggiori hanno dovuto fronteggiare lo scorso anno una emergenza continua dovuta alla riduzione idrica che è stata del 49% nel distretto idrografico della Sicilia, del 55% nel distretto della Sardegna e del 39% nel distretto dell’Appennino Meridionale. Tra i fattori che hanno inciso sulla scarsa o insufficiente disponibilità della risorsa idrica di questi territori, ci sono la forte obsolescenza della rete infrastrutturale idrica, i marcati deficit di precipitazioni rispetto alla media climatologica 1991-2020, le temperature superiori alle medie climatiche e le riduzioni delle portate degli invasi (-30% il livello totale degli invasi in Sicilia e Sardegna).
Situazione rovesciata invece nel Nord Italia, dove troviamo Piemonte, Veneto e Liguria che nel 2024 hanno visto un surplus annuo di precipitazione superiore al 40%, rispetto alla media di lungo periodo.
A tenere la contabilità delle piogge è il Bigbang, il modello nazionale di bilancio idrologico di Ispra che fornisce il quadro quantitativo sulla risorsa idrica dal 1951 in poi, inclusi i deficit, gli eccessi di precipitazione e i trend delle grandezze idrologiche (precipitazioni, deflussi, evapotraspirazione), necessari a caratterizzare la situazione attuale e futura nel Paese.
Entrando più nel dettaglio, i dati che il Bigbang ci restituisce dicono il 2024 è stato un anno molto piovoso. Febbraio e novembre sono stati rispettivamente il mese più piovoso e più asciutto. La disponibilità complessiva di risorsa idrica è stata stimata in 158 miliardi di metri cubi, a fronte di un valore medio annuo di 138 miliardi di metri cubi (+14%). Questa maggiore disponibilità complessiva è, tuttavia, da attribuire alle elevate precipitazioni verificatesi al Nord. Permane, a livello nazionale, un trend decrescente, dal 1951 a oggi, della disponibilità annua di risorsa idrica.