11 Agosto 2025
/ 31.07.2025

L’Italia è il Paese più colpito dalla crisi climatica

Ondate di calore, piogge torrenziali, siccità e ansia climatica. L’Organizzazione meteorologica mondiale lancia l’allarme: il riscaldamento globale è ormai un'emergenza quotidiana e il clima che cambia mette a rischio la nostra salute. E il Climate risk index indica il nostro come il Paese più colpito in Europa

C’è un assassino silenzioso tra noi. Non si muove nell’ombra, ma sotto il sole cocente, tra fiumi che straripano e terre che si spaccano per la siccità. Lo chiama così l’Organizzazione meteorologica mondiale, che nel suo ultimo rapporto denuncia come la crisi climatica stia già provocando danni irreparabili alla salute pubblica e all’ambiente: tra il 2000 e il 2019 si sono registrati in media 489 mila decessi all’anno collegati al caldo estremo. Il 36% solo in Europa.

Nel frattempo, la Corte internazionale di giustizia ha sancito un principio fondamentale: la tutela dell’ambiente è una condizione essenziale per garantire i diritti umani. Una verità sempre più evidente anche in Italia, dove l’aumento di eventi meteo estremi – alluvioni, incendi, ondate di calore – sta mettendo a dura prova cittadini, ecosistemi e servizi sanitari. Secondo il Climate risk index, il nostro Paese è il più colpito in Europa.

Il Wwf Italia lancia un grido d’allarme attraverso la nuova petizione “Zero Scuse sul Clima”, invitando tutti a chiedere ai decisori politici azioni concrete e immediate. “La crisi climatica in atto va affrontata in via prioritaria e alla radice. Non possiamo più rinviare decisioni cruciali”, dichiara Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia.

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, dal 1980 al 2023 l’Italia ha subito danni economici da eventi estremi per 135 miliardi di euro. Uno studio dell’Università di Bologna ha rilevato che le alluvioni ricorrenti stanno svalutando fino al 4% il prezzo medio delle abitazioni nelle aree a rischio. E non è solo questione di beni materiali: ansia climatica, stress e depressione sono in aumento, soprattutto tra i giovani.

Anche le imprese non sono indifferenti. Un’indagine recente rivela che il 75% delle Pmi italiane vede nel Green deal europeo un’opportunità per uno sviluppo sostenibile e competitivo, e riconosce nel cambiamento climatico il principale rischio per i prossimi dieci anni.

Eppure, mentre cresce la consapevolezza sociale, il dibattito politico resta spesso indietro. Alla COP dello scorso anno sono mancati impegni forti, e i sussidi ai combustibili fossili continuano a drenare risorse che potrebbero essere investite nella transizione.

“Abbiamo già tutte le tecnologie per vivere bene senza dipendere dai fossili. Manca solo il coraggio politico”, aggiunge Midulla. Per questo il WWF rilancia la mobilitazione attraverso la petizione “Zero Scuse sul Clima”, per chiedere interventi strutturali che proteggano salute, sicurezza e futuro delle prossime generazioni. Il WWF, impegnato da decenni su questi fronti, invita tutti i cittadini a far sentire la propria voce. La petizione “Zero scuse sul clima” è online da oggi: firma qui. Perché la crisi climatica non aspetta.

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