09.05.2024
Lo chiamano il “living wage”, un criterio da cui ricavare il compenso necessario per una vita dignitosa. La multinazionale francese Michelin intende adeguarsi. Per la Francia si calcolano circa 39.638 euro all’anno per un parigino. In Italia? Vediamo l’analisi.
Quanto si deve guadagnare ogni mese per poter definire “giusto” il proprio stipendio? Sembra una domanda retorica, ma non lo è. Esistono, infatti, alcuni calcoli in merito, effettuati nientemeno che delle Nazioni Unite. E qualcuno ha deciso di prenderli in considerazione, impegnandosi a garantire questo equo compenso ai propri dipendenti.
Si tratta del cosiddetto “living wage” stabilito proprio dall’Onu nel suo Patto Mondiale: le Nazioni Unite hanno definito “giusto” uno stipendio che consenta a “ogni dipendente di sopperire ai bisogni essenziali” (che comprendono alimentazione, spese sanitarie, trasporti, e istruzione) di una famiglia composta da quattro persone. E c’è di più: il compenso mensile dovrebbe anche permettere la possibilità di acquistare beni di consumo e accumulare qualche risparmio.
Si tratta, dunque, di parametri contemporaneamente oggettivi e astratti. Questo perché da un lato non permettono di stabilire una cifra esatta (essa dipende da fattori come costo della vita e inflazione, notoriamente variabili), dall’altro permettono di ricavarla in maniera precisa a seconda del periodo storico e del luogo in questione.
Questo metodo per stabilire il giusto salario esiste da tempo, ma vederlo applicato alla vita dei tutti i giorni sembra una chimera. Eppure, Michelin, la multinazionale francese degli pneumatici, ha comunicato la propria intenzione di adeguarsi ai dettami Onu per i 132 mila dipendenti a cui dà lavoro in patria e nel mondo. «È una base di protezione sociale universale, e per noi rappresenta un impegno logico rispetto a tutti i dipendenti del gruppo», ha dichiarato l’amministratore delegato della compagnia, Florent Menegaux, in un’intervista all’agenzia France Presse.
Come detto, la cifra che costituisce il fatidico equo compenso è variabile. Ma con il criterio dell’Onu riesce facile determinarla in specifici luoghi e momenti storici. Quindi per la Francia varia dai 39.638 euro all’anno necessari nella zona del Paese dal costo della vita più alto (Parigi) ai 25.356 che bastano in quella più economica (Clermont-Ferrand). Cifre che in entrambi casi superano nettamente il salario minimo che comunque la legge transalpina garantisce a tutti i propri cittadini. E che corrisponde (ovunque, nel territorio nazionale) a 21.203 euro lordi annui.
E se provassimo a tracciare dei paragoni tra la situazione stipendi in Francia e quella che invece viviamo in Italia? Il salario minimo appena menzionato corrisponde a poco meno di 1.770 euro al mese, ma Michelin garantisce ai dipendenti di Clermont-Ferrand 2.113 euro in busta paga e addirittura 3.300 a quelli di Parigi (per comodità, il calcolo è suddiviso su 12 mensilità dato che la tredicesima in Francia è garantita soltanto dalle convenzioni collettive corrispondenti ai nostri CCNL). In tutto questo, secondo il rapporto “Taxing Wages 2023” firmato Ocse, un italiano single senza figli guadagna in media 33.855 euro lordi all’anno, contro i 41.540 euro dei francesi. Sintomo di una distanza comunque pronunciata con i nostri cugini d’oltralpe. Anche senza l’adeguamento ai criteri Onu.