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Economia

L’otto giugno, da oggi si è liberi di guadagnare

08.06.2023

In sette regioni si pagano più tasse per via delle maggiori imposte locali e nel 2022 i costi energetici hanno fatto registrare il record di prelievo fiscale. Meno tasse per i veneti, lì non si applica l’addizionale regionale Irpef.

Il d-day del contribuente fiscale? Quest’anno si è celebrato l’8 giugno, sulla base dei calcoli effettuati, come avviene ormai ogni anno, dall’Associazione di piccole imprese e artigiani di Mestre CGIA. L’esercizio ricorrente è quello di formulare il numero di giorni necessari ai lavoratori italiani per guadagnare la somma che effettivamente versano al fisco: 158, uno in meno rispetto al 2022.
L’8 giugno è diventato, di fatto, il “giorno della liberazione fiscale”, ovvero quando si comincia effettivamente a guadagnare per sé stessi o per la propria famiglia. È pur sempre una data indicativa, perché la giornata spartiacque varia da una regione all’altra, a seconda di dove si pagano più o meno tasse.

Chi paga di più è il residente nella provincia autonoma di Bolzano, con 13.158 euro tra tasse, imposte e tributi. A seguire, i cittadini lombardi con 12.579 euro, i valdostani con 12.033 euro, gli emiliano-romagnoli (ora, purtroppo, alle prese con i danni provocati dalle alluvioni) con 11.537 e i laziali con 11.231 euro. I veneti, dove ha sede l’osservatorio CGIA, pagano al fisco 10.660 euro all’anno, dunque meno di quello che si paga in altre sette regioni d’Italia. In Veneto, infatti, non si applica l’addizionale regionale Irpef. Ecco perché il monte delle tasse locali è più basso. Sempre secondo l’ufficio studi della CGIA, nel 2022 la pressione fiscale ha raggiunto il suo massimo, arrivando a rappresentare (sarebbe meglio dire “prelevare”) il 43,5% del reddito percepito dagli italiani.

Tuttavia, a incidere su questa percentuale record di tasse e contributi versati nel 2022 sono stati l’impennata del costo dei prodotti energetici (gas e petrolio con i rispettivi derivati, carburanti in primis) e la crescita considerevole dell’inflazione che hanno provocato l’aumento del gettito dell’Iva. A tutto ciò va aggiunto, che i bonus edilizi contano come maggiore spesa pubblica e non come strumento di riduzione delle tasse. In Europa, la pressione fiscale più alta nel 2022 è stata registrata solo in Francia, dove ha raggiunto il 47,7 per cento del Pil, e in Belgio con al 45,1 per cento. A partire dalla metà degli anni ’90, l’anno caratterizzato dalla minore richiesta contributiva da parte dei Fisco italiano è stato il 2005, quando si fermò al 39% e la giornata spartiacque tra prelievo e guadagno effettivo fu il 23 maggio.

Tuttavia, a preoccupare di più è la macchina contributiva che ancora ad essere estremamente farraginosa. Si pensi che nel mese di giugno sono previsti 115 scadenze fiscali, che evidentemente non interessano tutti i cittadini e comprendono 50 scadenze e 55 versamenti e per il resto dichiarazioni e comunicazioni. Insomma, la strada della semplificazione fiscale è ancora lunga.

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