Oggi Luca Attanasio avrebbe compiuto 46 anni. Ambasciatore della Repubblica Italiana, è stato ucciso in un agguato – insieme con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo – a Goma, in Congo. Il piccolo convoglio su cui viaggiavano era organizzato dal PAM, l’agenzia delle Nazioni Unite che conosciamo anche come World Food Program.

Giovedì dovrebbe tenersi a Roma l’udienza preliminare di un procedimento per omicidio colposo contro due funzionari ONU (di cui uno italiano), che avrebbero organizzato il convoglio senza prendere le dovute misure di sicurezza. Non andrebbero alla sbarra, insomma, mandanti ed esecutori di quanto è avvenuto il 22 febbraio di due anni fa, ma almeno chi avrebbe potuto evitarlo. Però l’agenzia delle Nazioni Unite si appella all’immunità per i suoi funzionari. E lo Stato italiano (in tutte le sue articolazioni: Presidenza del Consiglio, Ministeri degli Affari Esteri e della Difesa) ha evitato, per ora, di costituirsi parte civile, come se l’omicidio di due servitori dello Stato fosse un fatto privato. Perché? Forse per non irritare i rapporti con le Nazioni Unite.

Bel regalo di compleanno, per la memoria di Luca, per ogni servitore dello Stato, per chiunque abbia a cuore quel po’ di giustizia, che non restituisce i morti, ma incoraggia i vivi.