20.10.2023
Lettera alla presidente: “Non legittimiamo crimini di guerra a Gaza”
Bruxelles, 20 ott. (askanews) – Diverse centinaia di funzionari (843 secondo una fonte) della Commissione europea e di altre istituzioni dell’Ue, con sede a Bruxelles o in delegazioni all’estero, hanno firmato una lettera inviata alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in cui si criticano duramente quelli che vengono definiti come “il sostegno incondizionato” a Israele da parte dell’Esecutivo comunitario, e la sua “apparente indifferenza dimostrata nei giorni scorsi riguardo ai massacri di civili in corso nella Striscia di Gaza, in spregio dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”.
La lettera sarebbe stata recapitata a von der Leyen nelle scorse ore, secondo quanto riferisce una fonte a Bruxelles. Il testo, di cui Askanews è in possesso, ma senza le firme in calce, è stata oggetto di una riunione del Comitato del Personale della Commissione, secondo quanto hanno confermato fonti dello stesso Comitato, e sarà sottoposta la settimana prossima alla discussione di una riunione intersindacale dell’Istituzione.
“Siamo rattristati – affermano i funzionari europei che hanno sostenuto l’iniziativa – dall’evidente dimostrazione di ‘due pesi e due misure’” usati nelle valutazioni della Commissione, “per cui si considera il blocco (di acqua e carburante) operato dalla Russia nei confronti del popolo ucraino come un atto di terrore, mentre l’identico atto di Israele contro il popolo di Gaza viene completamente ignorato”.
“Non possiamo restare osservatori silenziosi quando”, si legge nella lettera, la Commissione “con le sue recenti azioni e posizioni infelici sembra dare mano libera all’accelerazione e alla legittimità di un crimine di guerra nella Striscia di Gaza”.
“In questo momento critico, ci saremmo aspettati che l’Istituzione che Lei rappresenta – scrivono i funzionari a Von der Leyen – avrebbe sostenuto i suoi princìpi fondatori, la pace, la giustizia e i diritti umani, e si sarebbe opposta fermamente alla loro violazione. Saremmo stati orgogliosi se l’Unione europea, faro della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto, nonché premio Nobel per la pace nel 2012, avesse chiesto la cessazione immediata delle ostilità e della violenza indiscriminata contro i civili. Lo saremmo stati anche se l’Unione europea avesse utilizzato tutti i mezzi diplomatici a sua disposizione per avviare un dialogo tra le parti per il ritorno a casa sani e salvi degli ostaggi israeliani e internazionali e per la revoca dell’assedio di Gaza”.
In un punto della lettera, i funzionari europei firmatari evocano chiaramente il fatto che le posizioni assunte dalla Commissione possono rappresentare un rischio per la loro sicurezza, in particolare per il personale delle delegazioni distaccate in certi paesi, e alimentare atti di antisemitismo o di anti islamismo in Europa: “La posizione partigiana” della Commissione, si legge, “sta contribuendo ad ampliare il divario tra l’Europa e il mondo musulmano, dentro e fuori le frontiere dell’Unione, nonché un crescente sentimento di antisemitismo. Questo non solo è pericoloso dal punto di vista della sicurezza, anche per il personale dell’Ue nelle sedi centrali e nelle delegazioni, ma favorisce l’emergere di ideologie che hanno pesato su generazioni di europei prima di noi, e che i Padri fondatori dell’Europa hanno cercato di sradicare proprio attraverso questa Europa in cui continuiamo a credere”.
I firmatari chiedono quindi a von der Leyen di “contribuire a porre fine alle atrocità che si svolgono davanti ai nostri occhi”, e la esortano “a chiedere, insieme ai leader di tutta l’Unione, il cessate il fuoco e la protezione della vita dei civili”. La presidente della Commissione viene poi sollecitata, insieme agli altri attori coinvolti, “a sostenere le convenzioni che l’Ue ha ratificato”. Altrimenti, avvertono i firmatari della lettera, “l’Ue rischia di perdere ogni credibilità e la sua posizione di intermediario giusto, equo e umano”.
Infine,i firmatari della lettera esortano von der Leyen e “i massimi dirigenti dell’Unione europea” a “chiedere incessantemente la creazione, e a contribuirvi attivamente, di uno Stato palestinese indipendente, lungo i confini del 1967, che viva fianco a fianco con lo Stato di Israele”.
Loc