24 Novembre 2024
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Cronaca, Giustizia, Politica, Sicurezza

Macchia indelebile

26.07.2024

A fine aprile i minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia senza un genitore o un tutore sono stati oltre 21.000. Il fenomeno diffuso e spesso ignorato dai mass-media continua ad esporre i migranti più vulnerabili ai rischi del traffico di esseri umani e degli abusi di ogni genere. Complice lo storytelling volutamente distorto dei fatti.

C’è un fenomeno “nascosto” in mezzo ai grandi numeri della migrazione che nella cronaca mainstream non finisce quasi mai sotto i riflettori, ed è quello relativo ai minori stranieri non accompagnati. Eppure, al 30 aprile 2024 sono stati oltre 21.000 i giovani e i giovanissimi arrivati in Italia senza un genitore o un tutore. Un dato, che rispecchia una crisi umanitaria mondiale tuttora in corso: secondo l’associazione Unhcr, bambini e adolescenti rappresentano circa il 30% della popolazione mondiale, ma sono il 40% delle persone costrette a fuggire a livello globale.

Il viaggio per queste persone – e per i migranti in generale – è spesso lungo e insicuro: oltre al pericolo fisico dato dalla traversata di mari e deserti, i minori sono spesso esposti maggiormente ai rischi della tratta di esseri umani e degli abusi, in quanto soggetti più vulnerabili. Le minacce, però, non finiscono con lo sbarco: arrivati sulla terraferma, anche a causa degli ostacoli burocratici, rischiano diventare vittime delle reti criminali ed essere inghiottiti nel vortice dello sfruttamento lavorativo e sessuale. In merito, il nostro Paese già nel 2017 ha sviluppato un quadro normativo specifico per la protezione dei minori stranieri non accompagnati con la legge Zampa che, in breve, prevede misure di protezione speciale, garantendo a bambini e adolescenti l’accesso a un tutore legale, assistenza sanitaria e diritto all’istruzione. Tuttavia, il sistema di accoglienza italiano continua ad affrontare grandi criticità legate alla lenta burocrazia, alla mancanza di risorse e al sovraffollamento delle strutture e, di conseguenza, non riesce sempre a garantire un’adeguata assistenza a tutti i minori.

È chiaro però che un sistema critico con hub al collasso e carenza di sostegno – umano, politico e finanziario – è destinato a non reggere a lungo questo peso. Un peso che è una sfida complessa, certo, ma che può e deve essere affrontata con un approccio sinergico, al di là dei pregiudizi. Perché nell’immaginario comune, ormai – complice anche uno storytelling volutamente distorto – gli immigrati sono coloro che ci stanno invadendo, coloro che arrivano qui e ci rubano il lavoro o fanno i mantenuti con i nostri soldi. Ma spesso ci dimentichiamo che scappano da guerre fomentate dalle nostre armi, da una povertà causata dai nostri antenati, da una mancanza di risorse che invece alimentano i nostri Paesi più ricchi. E dunque come cittadini e come persone abbiamo l’obbligo di restare umani, soprattutto davanti ai più piccoli. Perché, se fossero i nostri figli o le nostre figlie, faremmo di tutto per dare loro una vita migliore. E se fossero le nostre figlie o i nostri figli, spereremmo in un’accoglienza come esseri umani, non come invasori.

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