17.12.2024
Esteri, Mondo, Occhio di Pernice, Politica
Mattarella, i confini della diplomazia italiana
Confini geografici travalicati e diventati terreno di scontro, stallo nei dialoghi e nel confronto tra Paesi vicini e lontani, equilibri vacillanti di alcuni Stati che influenzano inevitabilmente lo scenario internazionale. Il Presidente delinea l’importanza della solidarietà tra Stati.
C’è una parola che, nei tempi difficili della pandemia, sembrava essersi affermata ed entrata nel circuito vitale della società: solidarietà. Una solidarietà ritrovata, fatta di partecipazione attiva ai bisogni, di collaborazione organizzata o spontanea che fosse. Solidarietà che, eccezion fatta per le catastrofi naturali che richiamano puntualmente schiere di volontari e giovani animati da genuino slancio, si è persa nella quotidianità lasciando campo aperto a una certa indifferenza, anche sotto forma di assuefazione ai grandi drammi umanitari che si consumano non molto lontano da noi.
Riportata a livello politico, questa riflessione è ancora più marcata. E le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, emerse in occasione gli Stati Generali della diplomazia nella sede del Ministero degli Esteri alla Farnesina, fanno a dir poco riflettere. Il nostro Capo di Stato ha fotografato perfettamente il paradosso di un mondo interconnesso eppure frammentato, sia nella comunità che economicamente, con nuovi e vecchi nazionalismi che si fanno strada agendo da focolai per conflitti sociali e quelli decisamente più devastanti improntati all’uso delle armi. Confini geografici travalicati e diventati terreno di scontro, stallo nei dialoghi e nel confronto tra Paesi vicini e lontani, equilibri vacillanti di alcuni Stati che influenzano inevitabilmente lo scenario internazionale.
In tutto ciò, persistono i fenomeni migratori, conseguenze di guerre e abbandoni, che non trovano risposta adeguata nell’etica dell’accoglienza che si vorrebbe applicata con coerenza democratica. Mattarella ha richiamato gli articoli 10 e 11 della Costituzione, in cui si afferma il «diritto di asilo per lo straniero cui venga impedito nel suo Paese l’esercizio delle libertà democratiche, ripudio della guerra, perseguimento di pace e giustizia tra le Nazioni anche attraverso limitazioni alla sovranità, in condizioni di parità con gli Stati». Come dire che tutti devono essere, coscienziosamente, della partita. E in questo il ruolo della diplomazia è fondamentale. Per fare cessare le immani sofferenze che si vivono in Medio Oriente, per una tregua definitiva, a Gaza come in Siria e Libano, che ponga le premesse per una soluzione a due Stati; per una pace giusta attesa in Ucraina e nei Paesi, Italia compresa, che la sostengono.
Attenzione al resto, però. Mattarella ha parlato di «operatori internazionali svincolati da ogni patria, la cui potenza finanziaria supera quella degli Stati di media dimensione, e la cui gestione di servizi essenziali sfiora una condizione monopolistica». Nessuno che ami sentirsi libero di agire in democrazia vorrà mai dipendere in modo esclusivo da qualcuno che faccia leva sul potere tecnocratico.
Credito fotografico: Quirinale