09.12.2024
Abu Dhabi saluta il mondiale con il dominio di Norris e il ritorno del team britannico in cima al mondo per la prima volta dopo 26 anni. Rosse al podio grazie all’irriducibile Sainz e la straordinaria rimonta di Leclerc. Rimpianti, ma ottimi segnali. La cronaca sportiva.
La Formula 1 regala spettacolo anche nell’ultimo atto stagionale, nonostante per la Ferrari si tratti di una giornata agrodolce al termine di un weekend nato con tutte le difficoltà possibili e immaginabili, soprattutto per Charles Leclerc. Alla fine, il conteso titolo costruttori va alla McLaren, il primo dal lontanissimo 1998, grazie a una vittoria da campione raccolta da Lando Norris. Le Rosse però chiudono a testa alta, con Carlos Sainz secondo nella sua ultima giornata da pilota del Cavallino e il suo compagno a chiudere il podio dopo una rimonta sensazionale.
Abu Dhabi, ancora una volta, sposta molto già gli equilibri dai primi metri di gara. Al via le McLaren scattano davanti a tutti, ma è Piastri a dimostrare poca lucidità nel rispondere all’attacco del solito, aggressivissimo Max Verstappen alle sue spalle: i due si girano e sono costretti a un’intera gara di rincorsa. Così le Papaya si trovano con una sola punta, Norris, con Sainz per l’intera gara alle sue spalle, ma mai realmente in grado di sostenerne il ritmo forsennato. Chi stupisce però è Leclerc: partito diciannovesimo, al termine del primo giro è già ottavo grazie a un misto di classe, grinta e capacità di sfruttare le noie altrui. Basti pensare a Curva 6, dove anche Bottas e Perez entrano in collisione e nel frattempo il fuoriclasse della Ferrari ne passa quattro in un colpo solo.
Il resto della gara di Yas Marina si consuma nel tentativo disperato di Leclerc di portarsi il più in alto possibile (alla fine il terzo posto viene artigliato con una facilità quasi disarmante) e nell’attesa di ulteriori colpi di scena che però non si concretizzano. Norris, dopo le critiche collezionate a metà stagione sulla poca lucidità mostrata quando davvero contava, ha realmente completato il suo processo di maturazione dimostrandosi ormai un top driver fatto e finito, lucido e sereno (proprio mentre Verstappen, ancora penalizzato, sbotta di nuovo contro la direzione di gara senza nessun giro di parole). Ma la Ferrari ha davvero sfiorato l’impresa.
Si pensi che il Cavallino a fine agosto, dopo l’Olanda, era a -64 punti dai leader della classifica costruttori (all’epoca era la Red Bull) e chiude ad Abu Dhabi a -14 dai campioni. Segnali importantissimi, nel giorno in cui inevitabilmente è la McLaren a fare festa: per i britannici di Woking è la nona volta in cima al mondo, raggiungendo la Williams, e il 4-4 nelle 8 volte in cui la battaglia è stata proprio con la Ferrari. E gli abbracci di fine giornata tra uomini in rosso e in arancione testimonia la grande stima che unisce due grandi rivali, che non si vivono a vicenda come nemiche.
Ad Abu Dhabi è però anche giorno di addii e lacrime. Quelle di Sainz, che ringrazia gli uomini di Maranello con un «Forza Ferrari, sempre» che non lascia spazio a equivoci. Ma soprattutto quelle di Lewis Hamilton, in grado di superare all’ultimo giro il compagno Russell nell’ultima di sempre in Mercedes dopo 12 anni e 6 titoli mondiali. Sarà lui il prossimo compagno di Leclerc, ma – per l’ultima volta – la sua emozione si è colorata solo di argento.
Credito fotografico: Scuderia Ferrari