20.08.2024
L’Italia continua a essere tra i Paesi europei più disponibili nella donazione di organi. Nel 2023 si è registrato un aumento dei donatori effettivi del 16,2 %. Ma le liste d’attesa rimangono un incognita difficilmente superabile nel sistema trapiantologico.
Medaglia d’argento per l’Italia per il numero di donatori di organi tra i Paesi europei, dietro alla Spagna, ma davanti a Francia, Regno Unito e Germania: è quanto emerso dal nuovo report analitico della Rete nazionale trapianti. E sono numeri che fanno bene alla solidarietà: rispetto al 2022, nel 2023 c’è stato un aumento del 16,2% dei donatori segnalati, un aumento del 14,2% dei donatori effettivi e un +15,2% dei trapianti effettuati.
E proprio parlando di trapianti, alcuni centri si sono distinti per la loro eccellenza e per la loro specializzazione in diverse tipologie di intervento. Per esempio, strutture come quelle di Torino, Padova e Bologna sono emerse come punti di riferimento nazionali; nel Meridione spicca il Policlinico di Bari, primo centro italiano per numero di trapianti di cuore. «I numeri raccontano una Rete trapianti più che mai vivace ed efficiente, che anche nel 2024 sta ottenendo i risultati positivi in linea con i primati conseguiti lo scorso anno» ha dichiarato il direttore del CNT Giuseppe Feltrin. E prosegue: «Con questo report il Centro nazionale trapianti offre uno strumento di analisi dettagliato e trasparente, assolvendo al proprio ruolo di coordinamento della Rete trapianti al servizio del sistema sanitario nazionale e delle realtà regionali».
Nel complesso, la crescita di donazioni, procurement (quell’insieme di attività e procedure volte all’acquisizione, raccolta e conservazione degli organi destinati al trapianto) e trapianto ha avuto un impatto positivo sulla riduzione del numero di pazienti in attesa di un organo. Tuttavia, le liste d’attesa rimangono lunghissime e continuano a rappresentare un elemento cruciale del sistema trapiantologico. Una questione, quella delle liste d’attesa, le cui difficoltà sono legate principalmente alla limitata disponibilità di organi, non solo nel nostro Paese ma a livello globale. Il che, rende davvero complesso apportare miglioramenti significativi attraverso interventi organizzativi o gestionali. Ed ecco perché donare è importante: con una scelta personale possiamo cambiare davvero la vita di qualcun altro. Un gesto che si traduce in lasciare in eredità una parte di sé a coloro che lottano per sopravvivere. Ma come si diventa donatori? Nel nostro Paese esistono diversi modi per esprimere questa volontà: il più diffuso sicuramente è il dichiararlo durante il rinnovo della carta di identità, ma non è l’unico. Infatti c’è anche la possibilità di registrarsi presso la propria ASL o aderire all’AIDO – Associazione Italiana per la Donazione degli Organi.
Dunque, scegliere di donare significa scegliere di diventare protagonisti di una catena di solidarietà in cui la vita, dopo la morte, continua attraverso il dono. E, in questo senso, i dati presentati dal Centro nazionale trapianti rappresentano un (quasi) primato di cui possiamo andar fieri.