È un vero paradosso. Una riduzione dell’inquinamento atmosferico da polveri sottili, ovviamente necessario e auspicabile visti i danni sanitari che provocano (uno studio recente parla di 5 milioni di morti aggiuntive all’anno), causa un aumento del riscaldamento globale.
Gli scienziati del clima sanno da tempo che la diminuzione dell’inquinamento può portare riscaldamento aggiuntivo. Gli aerosol influenzano il clima assorbendo o riflettendo la luce solare in entrata o influenzando la formazione e la luminosità delle nuvole. La maggior parte degli aerosol ha un impatto di raffreddamento perché disperde la luce solare lontano dalla Terra e verso lo spazio.
I principali aerosol rilevanti per il clima includono SO2, nitrati (NO3), ammoniaca (NH4), polveri minerali, spray marino e aerosol carboniosi, come il black carbon e gli aerosol organici. Le loro dimensioni variano da nanometri a decine di micrometri e in genere hanno un breve tempo di permanenza nella bassa atmosfera (da giorni a settimane) prima di tornare alla superficie o di essere dilavati dalla pioggia. Ciò significa che, a differenza dei gas serra a lunga vita, come la CO2 o il protossido di azoto (N2O), gli aerosol continuano ad avere un impatto sul clima solo mentre vengono rilasciati. Se le emissioni cessano, il loro impatto sul clima si dissipa rapidamente.
Senza inquinamento saremmo a più 2 gradi
Oggi, secondo Carbon Brief, c’è circa mezzo grado di riscaldamento “nascosto” dagli aerosol. Senza il raffreddamento dovuto agli aerosol di solfato e di altro tipo, la temperatura globale odierna sarebbe già vicina ai 2°C rispetto ai livelli preindustriali. “Nel complesso, le attività umane hanno già riscaldato il pianeta di quasi 1,5 °C, ma tale riscaldamento – ha recentemente scritto il “Climate portal” del MIT, il Massachusetts Institute of Technology – sarebbe ancora più estremo se non fosse per l’influenza dei nostri aerosol. L’inquinamento da solfati proveniente da centrali elettriche e automobili, oltre ad alcuni altri aerosol prodotti dall’uomo come il carbonio organico derivante dalla combustione dei raccolti e i nitrati derivanti dall’uso di fertilizzanti, hanno avuto complessivamente un effetto di raffreddamento globale stimato tra 0,2 °C e 0,9”.
A sostenerlo tra gli altri, ben 14 anni fa, furono gli studiosi del progetto Eucaari (European Integrated project on ‘Aerosol Cloud Climate and Air Quality Interactions’), promosso dalla Commissione Europea, al quale hanno partecipato 48 istituzioni di ricerca di 24 Paesi, tra cui l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr). I risultati, pubblicati su Atmospheric Chemistry and Physics Discussions, aprirono nuovi scenari sulla relazione clima-inquinamento.
“Gli aerosol atmosferici, o polveri sottili, riflettendo la radiazione solare e favorendo la formazione di nubi, causano un effetto di raffreddamento del clima terrestre, mascherando in parte il tasso reale del riscaldamento globale indotto dai gas serra”, spiegò Stefano Decesari, ricercatore dell’Isac-Cnr che ha preso parte a Eucaari. “I risultati del nostro progetto dimostrano che se si impiegassero in tutto il mondo le migliori tecnologie disponibili per abbattere il livello di aerosol in atmosfera, si verificherebbe una riduzione dell’inquinamento che favorirebbe senza dubbio il miglioramento della qualità dell’aria, con conseguenze positive sulla salute, ma con un effetto collaterale sulle temperature medie globali. L’abbattimento dell’emissione di inquinanti ridurrebbe infatti l’intensità del raffreddamento esercitato dalle particelle di aerosol, comportando un riscaldamento di circa 1ºC su scala globale entro il 2030”.
Il primo rapporto dell’IPCC
Il concetto venne ribadito anche dall’IPCC che già dal suo primo rapporto metteva in luce l’effetto raffreddante degli aerosol, seppure tra molte incertezze sull’entità. E nel suo Quinto Rapporto (2014) ribadiva il concetto e scriveva. “Esiste un livello di fiducia molto elevato nel fatto che gli aerosol e le loro interazioni con le nuvole abbiano controbilanciato una porzione consistente del contributo energetico dei gas climalteranti. Gli aerosol continuano a rappresentare il fattore di incertezza più ampio nella stima del contributo energetico totale al sistema climatico”. E il quinto e il sesto rapporto dell’IPCC hanno ribadito, ampliandolo, il ruolo “raffreddante” degli aerosol.
Gli studi in questa direzione si moltiplicano. Secondo un lavoro effettuato su dati raccolti da quattro satelliti Nasa pubblicato nel 2024 su Communications, Earth & Environment, l’inquinamento atmosferico potrebbe aver comportato una potenziale accelerazione del riscaldamento globale, pari al 40% del riscaldamento registrato tra il 2000 e il 2019. E’ del resto la tesi del noto climatologo James Hansen. Tra 2010 e 2023 il global warming – ha sostenuto in un white paper del 2024 – è aumentato di 0,3°C per decennio, il 67% più veloce rispetto agli 0,18°C per decade del periodo 1970-2010. E dietro questa accelerazione c’è la diminuzione della concentrazione di aerosol in atmosfera, dovuta al minor inquinamento antropico.
Effetti anche a livello locale
Gli effetti, tra l’altro, saranno visibili anche a livello regionale e locale. Le ondate di calore sono sempre più frequenti in tutto il mondo. E se l’aumento delle temperature causato dalle emissioni di gas serra è una parte del problema, la diminuzione dei livelli di aerosol potrebbe essere la causa di un aumento ancora maggiore, soprattutto nelle aree popolate. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Environmental Research Letters e guidato da ricercatori dell’Università del Texas di Austin. I ricercatori hanno scoperto che dal 1920 a oggi l’aumento dei livelli di aerosol ha contribuito a ridurre di circa la metà il verificarsi di ondate di calore nelle aree popolate. Tuttavia, questa tendenza si sta ora invertendo a causa della diminuzione dei livelli di aerosol.
Il trend di riduzione degli aerosol e in generale dell’inquinamento atmosferico è ineludibile e opportuno anche se questo svelerà il risaldamento oggi “mascherato” dagli aerosol. Resta quindi solo da agire per ridurre le emissioni di gas serra. In questo modo avremo un pianeta meno inquinato e meno caldo.