25 Marzo 2025
/ 7.02.2025

Mezzo grado in più e addio a una superficie grande come gli Usa

Lo scenario delineato da un gruppo di scienziati coordinati dal King's College di Londra

Lo scenario delineato da un gruppo di scienziati coordinati dal King’s College di Londra

Una superficie equivalente a quella degli Stati Uniti potrebbe essere resa inabitabile a causa del caldo eccessivo, basterà aggiungere mezzo grado all’aumento finora accumulato. Una prospettiva che i climatologi considerano molto probabile nell’arco di pochi decenni se non interverranno misure drastiche che portino al taglio delle emissioni serra causate dalla combustione dei fossili e dalla deforestazione.

Questo lo scenario delineato da un gruppo di scienziati internazionali, coordinati dal prestigioso King’s College di Londra, in uno studio pubblicato su Nature Reviews Earth and Environment. Secondo i ricercatori, il continuo incremento delle temperature porterà alcune regioni del pianeta a livelli di calore insostenibili, specialmente durante le ondate estreme, al punto da superare la capacità del corpo umano di regolare la temperatura interna. Questo rischio diventa critico se il riscaldamento globale oltrepasserà i 2 gradi rispetto all’epoca preindustriale, cioè appena mezzo grado in più della situazione attuale: il 2024 è stato il primo anno in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5 gradi i livelli preindustriali.

Dunque, secondo questa analisi, presto le zone invivibili del pianeta potrebbero aumentare, in misura variabile a seconda delle età. Per una persona tra i 18 e i 60 anni e in buona salute, dunque capace di sopportare bene gli stress termici e le loro conseguenze, l’aumento delle zone impraticabili sarebbe del 6% (più o meno la superficie degli Stati Uniti). Ma per una persona con più di 60 anni arriverebbe al 35%. Il che vuol dire che una famiglia con un anziano dovrebbe spostarsi, a meno di non mettere a rischio la vita di un suo componente.

Per analizzare l’impatto del riscaldamento globale sulla salute umana, gli studiosi hanno correlato i dati climatici con il rischio di mortalità da calore. Hanno inoltre identificato due soglie critiche: quella “non compensabile”, in cui il corpo non riesce più a regolare la propria temperatura, e quella “non sopravvivibile”, in cui la temperatura corporea sale fino a 42 gradi in meno di sei ore. Tra il 1994 e il 2023, circa il 2% della superficie terrestre ha raggiunto condizioni di calore estremo per gli adulti sotto i 60 anni, mentre per gli anziani questa percentuale supera il 20%.

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