Se l’arte può salvare il mondo, quella di Michelangelo Pistoletto ne è senza dubbio un esempio emblematico. Maestro indiscusso dell’arte contemporanea e visionario del cambiamento, ancora una volta ha messo la sua creatività al servizio del Pianeta, trasformando il Castello Gamba a Châtillon in una centrale creativa, dove sculture, tessuti e pensiero ecologico si fondono e dialogano tra loro, per rispondere a una delle urgenze più drammatiche del nostro tempo: lo scioglimento dei ghiacciai. L’arte esprime dunque un’urgenza e lo fa con un linguaggio che va dritto alle emozioni, scuotendo coscienze e immaginari.
L’occasione è la mostra “Glacial Threads. Dalle foreste ai tessuti del futuro”, visitabile dal 26 luglio al 28 settembre, inaugurata non a caso nell’Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai proclamato dalle Nazioni Unite.
Una narrazione sensoriale
Tre sale, tre tappe di una narrazione sensoriale che intreccia arte e impegno, toccando corde profonde. Installazioni interattive, materiali inediti e simboli potenti costruiscono un viaggio che riflette la visione di Pistoletto: la sostenibilità non è uno slogan, ma una pratica quotidiana da tessere con pazienza, gesto dopo gesto, fibra dopo fibra.
Il cuore pulsante della mostra è occupato dalle celebri strutture Segno Arte, che accolgono abiti realizzati con fibre biodegradabili, rigorosamente prive di plastica. Ma ciò che colpisce di più è la loro origine: questi tessuti provengono da teli usati per proteggere i ghiacciai alpini. Stesi per due anni sulle coltri glaciali, per riflettere il calore del sole, una volta ritirati vengono sanificati e trasformati in stoffe, pronte per una nuova vita. È qui che la moda incontra l’arte, e il risultato è sorprendente.
Un’estetica nuova
Gli abiti in mostra nascono dal lavoro congiunto del dipartimento moda di Cittadellarte – B.E.S.T. (Better Ethical Sustainable Think-Tank) e portano la firma di designer sensibili e visionari come Bav Tailor, Blue of a Kind, Tiziano Guardini e Flavia La Rocca. Non sono pensati per stupire con l’effimero, ma per raccontare un’estetica nuova, che rigenera, conserva e trasforma la memoria del ghiaccio in cultura tessile.
Tutto intorno trovano spazio opere simboliche e di grande impatto, che ci guidano in una riflessione più ampia, potente e necessaria. Dalla Metamorfosi, che invita a un cambiamento collettivo e individuale, alla Mela Reintegrata, simbolo della riconciliazione tra natura e artificio, fino all’Albero di Ama, gioco di riflessi che celebra l’unità nella diversità. C’è poi La formula della creazione – Terzo Paradiso, manifesto visivo e filosofico di una nuova alleanza tra uomo e ambiente, e la suggestiva fotografia Dall’infinito alla Creazione, che ci restituisce una visione cosmica dei ghiacciai e ci ricorda che facciamo parte di un ecosistema interconnesso e vivo.
Glacial Threads
Quella di “Glacial Threads” è molto più di una mostra: è un manifesto per l’ambiente, un invito a ripensare l’arte come strumento di rigenerazione, dove l’estetica diventa etica e la bellezza si fa gesto politico.
Non stupisce quindi che il nome di Michelangelo Pistoletto sia stato proposto dalla Fondazione Gorbachev per il Premio Nobel per la Pace 2025: un riconoscimento che valorizza decenni di lavoro in cui l’arte è diventata leva di trasformazione sociale e ambientale.