26.09.2024
Nel 2023, il carovita ha colpito duramente la zona Nord-Ovest del Paese, con una spesa maggiore rispetto al Sud e alle Isole che oscilla tra il 28% e il 35%. I salari sono in ripresa, ma a piccoli passi dopo essere rimasti per decenni tra i più bassi d’Europa. Panoramica.
È un quadro in chiaroscuro quello dipinto dall’economia domestica. Se, infatti, si sente parlare di aumento dell’occupazione e di stipendi, allo stesso tempo bisogna fare i conti con il carovita, che sta mettendo in ginocchio sempre più famiglie. E se al Nord le retribuzioni sembrano cresciute, i prezzi sono aumentati. Dunque, quello che si guadagna non basta. Secondo una ricerca condotta dall’Ufficio studi dell’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, che ha analizzato i dati messi a disposizione da Inps e Istat, in termini di salari sembra esserci, finalmente, una ripresa, anche se limitata al settentrione.
Nello specifico, la Lombardia conquista la medaglia d’oro, con una retribuzione annua media di oltre 28.300 euro nel settore privato: 5mila in più rispetto a Trentino e Lazio e quasi 4mila in più rispetto all’Emilia Romagna. Ma guardare al dato in maniera asettica è fuorviante, perché c’è un’ombra che avvolge questo piccolo spaccato di ripresa: l’effetto dell’inflazione. In altri termini, se rispetto al 2023 sembra esserci un miglioramento nei redditi disponibili reali – che secondo Eurostat lo scorso anno sono diminuiti proprio a causa dell’elevata crescita dei prezzi – questo non basta a contrastare il dissesto economico frutto di una crisi durata un decennio. A confermarlo anche il dossier Istat del 2024: «Le retribuzioni non hanno tenuto il passo dell’inflazione – si legge – riducendo il potere di acquisto soprattutto delle fasce di popolazione meno abbienti». E ancora: «Tra gennaio 2021 e dicembre 2023 le retribuzioni sono aumentate del 4,7% e l’indice dei prezzi al consumo del 17,3%». Focalizzandosi ancora un momento sui dati del 2023, sempre secondo Istat, il carovita ha colpito duramente la zona Nord-Ovest del Paese, con una spesa maggiore rispetto al Sud e alle Isole che oscilla tra il 28% e il 35%. E dunque nemmeno Milano – che stando ai calcoli dell’Osservatorio Inps è la provincia con la retribuzione media più alta – ne è uscita indenne.
Una dinamica, questa, che da ottobre 2023 sembra aver invertito la rotta, e la tendenza si è confermata anche nei primi mesi del 2024. Piccoli passi in avanti, certo, ma ancora insufficienti. E tra la retribuzione media annua italiana che è rimasta per decenni tra le più basse d’Europa e una forte disparità interna, il potere d’acquisto ne è uscito con le ossa rotte. E con le ossa rotte ne sono usciti anche i risparmi degli italiani.