5 Febbraio 2025
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Monito Mattarella su mali passato: da protezionismo a progetto Terzo Reich

05.02.2025

“Nuovi feudatari” cyberspazio usurpatori democrazia. L’Ue reagisca subito

Marsiglia, 5 feb. (askanews) – “C’è il rischio che si ripeta quanto accaduto negli anni Trenta del secolo scorso: sfiducia nella democrazia, riemergere di unilateralismo e nazionalismi? Oggi come allora si allarga il campo di quanti, ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle. Le conseguenze di queste scelte, la storia ci insegna, sono purtroppo già scritte”. Nella sua lectio magistralis oggi all’università d’Aix Marseille che gli ha conferito il dottorato honoris causa, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, traccia un quadro preoccupato dei rischi di un progressivo sfaldamento di un ordine internazionale fondato sulla pace e la collaborazione mentre imperversano le guerre di dazi riaperte dall’amministrazione Trump (“fenomeni di protezionismo di ritorno”) e si fatica a vedere a quali condizioni verrà chiusa la guerra in Ucraina o il conflitto in Medioriente.

La storia ci insegna che la pace non si può mai dare per scontata che bisogna costruirla e coltivarla, così come fecero i popoli e le nazioni all’indomani della seconda guerra mondiale con l’istituzione dell’organizzione delle Nazioni Unite, ma dopo 70 anni di pace nel “XXI secolo ci si è progressivamente trovati di fronte a una situazione fluida, nella quale a prevalere erano i rischi e il sentimento di incertezza e imprevedibilità”, dice Mattarella che registra il riemergere “del concetto di ‘sfere di influenza’, all’origine dei mali del XX secolo e che la mia generazione ha combattuto”. Un “tema cui si affianca quello di figure di neo-feudatari del Terzo millennio – novelli corsari a cui attribuire patenti – che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche”.

Il capo dello Stato ricorda come “la crisi economica del ’29 alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze” e subito “presero il sopravvento fenomeni di carattere autoritario. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto – anziché di cooperazione” e “a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”, avverte Mattarella.

“La strategia dell’appeasement non funzionò nel 1938. La fermezza avrebbe, con alta probabilità, evitato la guerra. Avendo a mente gli attuali conflitti, può funzionare oggi?”, si domanda il capo dello Stato secondo il quale “quando riflettiamo sulle prospettive di pace in Ucraina dobbiamo averne consapevolezza”, avverte.

Per Mattarella questo “è il momento di agire: ricordando le lezioni della storia e avendo a mente il fatto che l’ordine internazionale non è statico” e che la pace “non è un dono gratuito della storia” ma va costruita con la fiducia, cosa sono se non atti di fiducia gli accordi internazionali che hanno caratterizzato gli ultimi decenni ma che ora vengono sempre più spesso violati e messi in discussione? In questo quadro di incertezza il Presidente della Repubblica chiama in causa l’Unione europea: “L’Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui altri esercitino la loro influenza, o, invece, divenire soggetto di politica internazionale, nell’affermazione dei valori della propria civiltà? Può accettare di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie? Con, al massimo, la prospettiva di un ‘vassallaggio felice’”. Insomma “bisogna scegliere: essere ‘protetti’ oppure essere ‘protagonisti’?”.

L’Europa è il “più grande progetto di pace e democrazia” della storia e per questo “un punto di riferimento” e una speranza per gli altri paese, è custode dei diritti e dello Stato di diritto e perciò “chiunque pensi che questi valori siano sfidabili sappia che, sulla scia dei suoi precursori, l’Europa non tradirà libertà e democrazia”, assicura. Ma l’Europa non può neanche considerarsi un’isola felice, insiste Mattarella, “abbiamo bisogno di un ordine internazionale stabile e maturo per reagire all’entropia e al disordine causate dalle politiche di potenza, e per affrontare le grandi sfide transnazionali del nostro tempo”. Perciò proprio l’Unione Europea, a suo avviso “deve porsi alla guida di un movimento che nel rivendicare i principi fondanti del nostro ordine internazionale sappia rinnovarlo, attenta alle istanze di quanti dall’attuale costruzione si sentano emarginati”.

E dunque l’invito rivolto agli studenti, alle nuove generazioni è “a non ripetere gli errori del passato, ma dar vita a una nuova narrazione. Soltanto insieme, come comunità globale, possiamo sperare di costruire un avvenire prospero, ispirato a equità e stabilità”.

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