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MotoGP tutta tricolore in Qatar. Leclerc vale più del secondo posto a Las Vegas

20.11.2023

Bagnaia sbaglia e lascia la vittoria a un perfetto Di Giannantonio, ma distanza di 21 punti da Martin che vive un vero incubo con le gomme. Verstappen arriva primo, inutile il suo tentativo di salvare il compagno all’ultimo giro. La Ferrari conferma la superiorità della SF-23. McLaren sparita tra gli hotel di lusso della “Sin City” del Nevada.

Per quanto tesi e antitesi possano essere diverse l’una dall’altra, bisogna aspettare la sintesi. Un piccolo ripasso di filosofia (Hegel, nello specifico) arriva da un weekend in cui nell’arco della tre giorni di MotoGP e Formula 1 si vede tutto e il suo contrario. Le due ruote presentano, infatti, la soddisfazione di Pecco Bagnaia e l’incubo di Jorge Martin al venerdì, l’esatto opposto al sabato e un trionfo tricolore alla domenica. Uno schema che la Ferrari avrebbe voluto replicare, ma dopo la rabbia del venerdì e l’impresa del sabato, la domenica di Las Vegas si chiude con un sapore agrodolce per Charles Leclerc.

A prendersi i titoli sono comunque i piloti italiani dell’italiana Ducati, protagonisti di un podio da brividi in Qatar (tutto occupato da piloti nostrani, ultima volta nel 2015). Terzo è Luca Marini, partito anche in pole position. Splendido vincitore è Fabio Di Giannantonio, al primo successo in carriera in MotoGP, ma ancora disoccupato in vista dell’anno prossimo. E la sua commozione dopo la bandiera a scacchi attira un importante gruppetto di colleghi che, ancora in sella alle moto, vogliono subito complimentarsi, abbracciarlo, coccolarlo (tra loro, entrambi i fratelli Marquez). Il vero sorriso di giornata è però quello del secondo al traguardo: un Bagnaia in grado di annichilire il rivale Martin, mai così in difficoltà.

Meteo e asfalto di Lusail avevano, infatti, scompaginato la strategia gomme sin dal venerdì, quando Bagnaia si era detto fiducioso e Martin era apparso nervosissimo. Tutto il contrario alla Sprint Race del sabato, dominata dallo spagnolo che era sceso da -14 a -7 in classifica. Ma alla domenica, prima del via, Pecco non ha dubbi: «Rispetto a ieri il vento è girato». E mai la considerazione atmosferica e la famosa frase fatta erano coincise così perfettamente.
L’enigma gomme, infatti, stavolta travolge un Martin che già al via rischia di perdere il posteriore e precipita da quinto a ottavo. Nuova rimonta alla “Martinator”? Macché: stavolta sono gli altri a passarlo facilmente. Alla fine chiude decimo, ed è a -21 da Pecco. Quest’ultimo, a tratti anche a +26, nel finale cede la vittoria all’arrembante Di Giannantonio. Ma ci si può accontentare, in vista del gran finale di Valencia.

Sempre sorridente e secondo, ma con più rimpianti, è Leclerc. La velocissima pista di Las Vegas venerdì aveva spaventato Sainz con il “salto del tombino”, sabato esaltato il monegasco in pole, ma alla domenica regala una nuova vittoria a Verstappen. Motivi di soddisfazione per la Ferrari, tuttavia, non mancano: il sorpasso da urlo all’ultimo giro sulla Red Bull di Perez, e non solo.
La zampata in extremis di Leclerc, in realtà, vale più del secondo posto, perché arriva contro una Red Bull per mesi inattaccabile (e dotata in quel momento di gomme decisamente più fresche). A Las Vegas la Ferrari trova conferme sulla validità della propria SF-23, per velocità di punta e non solo: il pacchetto stavolta risponde presente, soprattutto verso la Mercedes e una McLaren sparita tra gli hotel di lusso della “Sin City” del Nevada.

Credito fotografico: Redbullcontentpool , Ferrari

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