05.07.2023
Prosegue la programmazione di Napoli Contemporanea con mostre e installazioni, voluta dal sindaco Gaetano Manfredi e curata dal suo consigliere per l’arte contemporanea e l’attività museale Vincenzo Trione, con la quale, l’arte contemporanea torna protagonista a Napoli.
Dopo l’inaugurazione, con “Questi miei fantasmi” di Antonio Marras è stata la volta della “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto: una versione, in scala monumentale, della storica Venere degli Stracci progettata ad hoc per Napoli. Considerata una tra le opere più iconiche del Novecento, mette in scena il contrasto tra la bellezza immobile della tradizione classica e la transitorietà del contemporaneo.
Abbiamo sentito Vincenzo Trione per farci raccontare come si svilupperà il progetto.
Qual è l’idea di Napoli Contemporanea?
Il progetto nasce dalla convinzione che in alcuni momenti l’arte può svolgere una funzione decisiva, da un lato aiutare a guardare i luoghi che conosciamo e che frequentiamo con uno sguardo diverso, dall’altro guardare all’arte come uno strumento di rigenerazione urbana. Attraverso interventi artistici è possibile immaginare dei cambiamenti di frammenti di città. Cambiare pezzi della Polis attraverso l’arte.
Come si è sviluppato il progetto?
È nato da due istanze fondamentali, la prima è che il sindaco ci ha chiesto di lavorare al recupero di alcuni beni del Comune, innanzitutto il PAN (il Palazzo dell’Arti di Napoli), ne abbiamo già ridefinito l’identità, diventerà il primo museo dell’immagine in Italia. La stessa cosa è accaduta ad altri siti museali, la Casina Pompeiana, Castel dell’Ovo e il Maschio Angioino. La seconda è quella di puntare su un progetto di arte pubblica che diventi identitario per il comune.
Quali saranno i luoghi deputati ad accogliere questi eventi?
La nostra idea è che siano degli eventi corsari, che occupino, quindi, in maniera imprevista e sorprendente dei siti nei quali l’arte contemporanea non è mai entrata. Un luogo che diventerà centrale in questa politica sarà piazza Municipio dove è stata da poco inaugurata “La Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto.
Qual è stata la reazione del pubblico?
Grandissimo l’entusiasmo per l’opera del maestro Pistoletto, di grande efficacia e immediatezza. Nei giorni della messa in opera, molti napoletani hanno portato i loro vestiti chiedendo che fossero usati nell’istallazione. Napoli ha una bella consuetudine con l’arte contemporanea.
Ci sono state anche polemiche legate a questa installazione, secondo alcuni sono altri gli interventi per salvare Napoli dal degrado, lei cosa ne pensa?
L’arte in se si presta al discorso pubblico, che faccia riflettere, discutere o che generi polemiche fa parte del gioco. Mi sarei preoccupato se l’opera fosse passata inosservata, poi a coloro che dicono che bisognerebbe fare altro chiederei, che cosa? Comunque noi abbiamo pensato a quest’opera non per inseguire la polemica, ma per il recupero di parti della città. Un esempio è il poetico intervento di Antonio Marras da poco inaugurato, che ha occupato una strada, dimenticata, marginale pur essendo nel cuore del centro storico, restituendogli una nuova dignità.