24.12.2024
Napoli stupisce sempre, regina di export e innovazione
Si tratta di una crescita di 6,5 mld di euro, ovvero di un vertiginoso +176%, che non ha eguali in Italia. Relegata in fondo alla classifica per la qualità di vita, nel giro di un decennio ha cambiato completamente il proprio volto rispetto alle attività economiche che mietono successo e fanno da contraltare all’immagine di negatività.
Se da un lato la classifica delle città italiane per qualità della vita la punisce in maniera estremamente severa, dall’altro ci sono elementi di assoluto rilievo che la premiano come una delle realtà più vivaci e in crescita dello Stivale. Parliamo di Napoli, che nel giro di un decennio ha cambiato completamente il proprio volto per quanto riguarda innovazione, peso delle proprie esportazioni e non solo.
È appena 106esima su 107 la posizione occupata da Napoli nell’edizione 2024 dell’Indagine sulla qualità della vita del “Sole 24 Ore”, che mette al setaccio le province d’Italia sulla base di 90 indicatori che coprono sei categorie tematiche. E il capoluogo campano risulta addirittura ultimo per “Ricchezza e consumi”, ma risale su “Demografia e società” (65) e “Cultura e tempo libero” (68). Decisamente diverso, però, è il discorso che riguarda “Affari e lavoro”, categoria in cui raccoglie un più confortante 24esima posizione. E i dati che la dimostrano non mentono affatto.
L’ultimo decennio ha registrato, infatti, un cambiamento radicale nell’economia di Napoli. Prendendo in considerazione il periodo cumulato gennaio-settembre, nel 2014 le esportazioni manifatturiere cittadine raggiunsero 3,7 miliardi di euro, nello stesso periodo di quest’anno sono arrivate a 10,2 miliardi. Si tratta di una crescita di 6,5 miliardi, ovvero di un vertiginoso +176%. Una forbice che non ha eguali in Italia, precedendo Firenze (+134%), Arezzo (+130%), Latina (+90%) e Cuneo (+78%).
Non è tutto: il nuovo sprint di Napoli le ha permesso di passare in questi dieci anni dal 25esimo al 15esimo posto tra le province italiane dell’export, superando realtà importanti e consolidate del Nord come Varese, Reggio Emilia, Padova, Cuneo, Parma e Mantova, ma anche la capitale Roma. Assolutamente da rimarcare sono inoltre i settori che guidano il boom partenopeo: oltre a quello alimentare, spicca il farmaceutico.
Questi numeri si traducono inevitabilmente anche in una netta risalita a livello occupazionale. I dati Istat certificano che, dal 2018 al 2022, nelle medie imprese manifatturiere napoletane da 50-249 dipendenti, il numero degli addetti è salito del 19,3%. Un altro primato italiano, davanti a Verona (+18,3%), Padova (+12,7%), Treviso (+11,2%) e Vicenza (+9,7%). Dati in crescita si registrano anche nelle piccole imprese, dove quella campana è ormai la nona provincia d’Italia.
Si parlava poi di innovazione, e anche qui i motivi per sorridere non mancano. Secondo l’Istat, gli addetti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche di Napoli sono aumentati del +17,8% tra il 2018 e il 2022: meglio è andata solo a Milano (+21,9%) e Bari (+21,6%). La città e la sua provincia, insomma, sono in grande fermento, e piacciono anche all’estero se è vero che i pernottamenti dei turisti stranieri sono passati dai 6 milioni del 2013 agli 8,2 milioni del 2013. E sorride anche l’aeroporto di Capodichino, che nello stesso periodo è passato dall’ottavo al quarto posto nella classifica degli scali nazionali per traffico passeggeri. Tutti elementi che, senza ombra di dubbio, contribuiscono eccome alla qualità della vita.