6 Giugno 2025
/ 4.06.2025

E’ quella del trasporto la povertà più nascosta

La povertà energetica non riguarda solo chi non ha un’auto. Colpisce chi vive lontano da una fermata di autobus, chi non può permettersi un abbonamento mensile, chi ha disabilità non considerate nei trasporti pubblici, chi lavora con orari che i mezzi non coprono

Nel cuore della transizione ecologica italiana nasce il Transport Poverty Lab, primo osservatorio nazionale sulla povertà nei trasporti. È stato lanciato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con la Fondazione Transform Transport ETS, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dei Trasporti e della Commissione Europea. L’obiettivo è portare alla luce un fenomeno che, pur colpendo milioni di persone, rimane largamente ignorato dalle politiche pubbliche. Perché se non puoi permetterti di spostarti, anche i tuoi diritti fondamentali – lavoro, salute, istruzione, partecipazione sociale – diventano inaccessibili.

La “transport poverty”, come definita dalla Commissione Europea, non riguarda solo chi non ha un’auto. Colpisce chi vive lontano da una fermata di autobus, chi non può permettersi un abbonamento mensile, chi ha disabilità non considerate nei trasporti pubblici, chi lavora con orari che i mezzi non coprono.

In Italia, sei famiglie su dieci spendono meno della media nazionale per spostarsi: non per virtù ecologica, ma per necessità. Il costo medio di trasporto si aggira intorno ai 262 euro mensili, ma per milioni di famiglie quella cifra è fuori portata. Il risultato? Isolamento, difficoltà ad accedere ai servizi, esclusione silenziosa.

“Un problema nascosto ma urgente”

A guidare l’iniziativa è la consapevolezza che la povertà nei trasporti sia un ostacolo sistemico alla sostenibilità. Come ha dichiarato Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: “Attraverso la raccolta e l’analisi di dati, lo studio delle politiche e il dialogo con le comunità, il Transport Poverty Lab vuole fornire strumenti utili per comprendere e affrontare la povertà dei trasporti nel contesto della transizione verde dell’economia e della società europea. Il Social Climate Fund, istituito dall’Unione Europea, è un’applicazione del principio della just transition e indica la direzione giusta”. Non si tratta, dunque, solo di garantire più autobus o piste ciclabili, ma di rendere la mobilità una leva di inclusione sociale e ambientale.

I tre pilastri del Transport Poverty Lab

Il nuovo osservatorio si muoverà lungo tre direttrici operative:

  • Considerare: raccogliere dati, definire indicatori, dare dignità statistica e politica al fenomeno.
  • Comprendere: analizzare cause, contesti, impatti. Per esempio, quanto influisce la distanza da un centro abitato sul tasso di abbandono scolastico?
  • Contrastare: proporre misure concrete, come tariffe agevolate, servizi a chiamata, incentivi per la mobilità condivisa.

Il Lab si configura come una piattaforma aperta, in grado di coinvolgere amministrazioni locali, esperti, associazioni, imprese e cittadini in un lavoro condiviso di ricerca, progettazione e sperimentazione.

Strumenti già in campo e nuove sfide

Alcune soluzioni sono già note, ma sottoutilizzate: abbonamenti a prezzo calmierato, mobility wallet per integrare trasporto pubblico e sharing, servizi on-demand nelle aree interne. Il Transport Poverty Lab vuole verificarne l’impatto e la replicabilità, adattandoli alle diverse realtà del Paese.

Nei prossimi mesi sarà pubblicato un primo rapporto con mappature territoriali, analisi socioeconomiche e proposte operative. L’ambizione è farne un punto di riferimento per politiche nazionali e locali, spingendo il tema della mobilità equa al centro dell’agenda green.

Il Transport Poverty Lab nasce in un momento in cui l’accesso alla mobilità è sempre più una linea di faglia tra chi può permettersi la transizione e chi rischia di restarne fuori. Questa iniziativa segna un cambio di passo: perché non basta parlare di mobilità sostenibile se non è anche giusta. E oggi, finalmente, c’è qualcuno che comincia a contarla.

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