20 Maggio 2024
Milano, 21°

Sport

Niente potrà bastare a Sinner

19.02.2024

Non era mai successo che un nostro giocatore desse l’idea di essere imbattibile. L’Australian Open non distrae Jannik Sinner che centra il podio della classifica ATP, vincendo anche a Rotterdam. Per la prima volta nella storia, un tennista italiano diventa terzo al mondo. E non è finita.

Non crediamo che Jannik Sinner sia cresciuto nutrendosi di storia del tennis. Di sicuro non immaginava di finirci dentro in modo così prepotente. Prima ancora che si spegnesse l’eco per il trionfo all’Australian Open, l’altoatesino ha centrato un obiettivo mai raggiunto da un tennista italiano, donne comprese, da quando il computer è entrato nel mondo del tennis (era l’agosto del 1973): approdare sul podio. Grazie al successo al torneo ATP di Rotterdam, in cui ha lasciato per strada soltanto un set, è salito al numero 3 del mondo. Meglio di Adriano Panatta (24 agosto 1976) e Francesca Schiavone (31 gennaio 2011), bloccati in quarta posizione (*). Ma se per entrambi era abbastanza chiaro che fosse il picco, Sinner è ancora in fase ascendente e sta trasmettendo sensazioni inedite per l’italica platea. Sensazioni che profumano di nuovo: non era mai successo che un nostro giocatore desse l’idea di essere imbattibile.

Sinner lo ha confermato all’ABN-AMRO Open, evento con oltre cinquant’anni di storia, che quattro anni fa lo omaggiò con una wild card quando era poco più che una giovane promessa. «Sento un debito nei confronti di questo torneo» aveva detto a inizio settimana. Era giunto in finale dodici mesi fa, perdendola contro Daniil Medvedev. Quello stesso Daniil Medvedev che quest’anno ha dato forfait, ancora stremato dalle fatiche australiane. Quello stesso Medvedev che Sinner supererà nella classifica datata 19 febbraio, ma che avrebbe ugualmente scavalcato, tempo una settimana, in virtù del forfait del russo a Doha. Dettagli a parte, il successo a Rotterdam (il dodicesimo della sua giovane carriera: già nessun azzurro come lui) ha un valore soprattutto simbolico. Non sarà ricordato tanto per i 500 punti intascati o per il valore degli avversari battuti (l’unico top-10 è stato il finalista Alex De Minaur, una delle sue “vittime” preferite), quanto perché trasmette un messaggio forte e chiaro: il successo a Melbourne non lo ha appagato. Non è un punto d’arrivo, ma uno scintillante punto di partenza. “Adesso gli avversari vorranno battermi, studieranno i miei punti deboli e per questo devo essere pronto a lavorare ancora di più” – aveva detto prima di sbarcare in Olanda e dopo aver rinunciato all’ospitata al Festival di Sanremo, che due anni fa aveva regalato popolarità immensa a Matteo Berrettini, ma che sancì l’inizio di due anni disgraziati per il romano. Farò il tifo da casa” – disse Sinner parlando del Festival, lasciando intendere che il lavoro fosse più importante del glamour. Nessuna distrazione e tanto lavoro: scelta premiata dal bel successo prima di un pizzico di meritato riposo: finalmente – si spera – potrà abbracciare i genitori Hanspeter e Siglinde e poi ricaricare il serbatoio in vista della trasferta americana (Indian Wells e Miami), in cui l’obiettivo primario è fin troppo facile: agguantare il numero 2 ai danni di quel Carlos Alcaraz che sta un po’ arrancando. Per continuare a scrivere pagine di storia, con l’idea di trasformarle in leggenda. La strada sembra segnata.

(*) Prima dell’avvento del computer, le classifiche mondiali erano stilate in modo del tutto arbitrario dai giornalisti specializzati. Il ranking più accreditato era quello del britannico Lance Tingay. Nel 1959 e nel 1960, la sua classifica aveva collocato Nicola Pietrangeli in terza posizione.

Credito fotografico: foto X, ABN AMRO, Open

Condividi