26.02.2025
Non senti i profumi? Colpa delle nanoplastiche
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Se all’improvviso ti capita di non sentire più gli odori potrebbe essere colpa delle nanoplastiche. Uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha infatti evidenziato per la prima volta gli effetti nei mammiferi dell’inalazione di queste microparticelle: possono penetrare nel cervello e compromettere la funzione olfattiva. La ricerca, pubblicata sulla rivista Science of The Total Environment, è stata realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma e con altri istituti del Cnr.
Le nanoplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni inferiori a un millesimo di millimetro, ormai diffusi in tutti gli ecosistemi: dall’aria al suolo, passando per l’acqua. L’uomo può entrare in contatto con queste particelle attraverso l’alimentazione, l’aria che respira o l’acqua che beve.
Lo studio è stato coordinato dall’Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare del Cnr (Cnr-Ibbc) di Monterotondo Scalo (Rm), ha coinvolto anche l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (Cnr-Iia) e l’Istituto di Scienza, Tecnologia e Sostenibilità per lo Sviluppo dei Materiali Ceramici (Cnr-Issmc).
L’analisi ha evidenziato che la presenza di nanoplastiche nel cervello causa un grave deficit nella capacità olfattiva dei topi, compromettendo il corretto funzionamento dei neuroni del bulbo olfattivo, l’area cerebrale che riconosce gli odori. Inoltre, è stato osservato un processo infiammatorio temporaneo nel bulbo olfattivo, accompagnato da una risposta compensativa dell’organismo: la produzione di nuovi neuroni, che tuttavia non è sufficiente a riparare i danni causati dalle nanoplastiche.
Implicazioni per la salute umana
I risultati dello studio suggeriscono che le nanoplastiche possono avere effetti a lungo termine sul sistema nervoso e sull’olfatto, sollevando preoccupazioni per la salute umana. “Sappiamo che circa il 95% dei pazienti affetti da Alzheimer e Parkinson presenta disturbi olfattivi, che si manifestano 10-15 anni prima della comparsa dei sintomi clinici”, sottolinea Farioli Vecchioli del Cnr-Ibbc, tra gli autori della ricerca: “Ora vogliamo approfondire se esista un legame tra l’esposizione alle nanoplastiche e l’insorgenza di queste patologie neurodegenerative”.