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Cronaca, Scienza e tecnologia, Sicurezza

Nuova barriera di resilienza informatica UE

04.12.2024

Bersagli di frequenti attacchi informatici sempre più sofisticati e pervasivi, i Paesi membri introducono una serie di atti che promuovono la cultura della sicurezza condivisa e garantiscono una rapida risposta comune alle minacce. Focus sull’attuazione della Cyber Solidarity Act e il Cyber Shield Europeo.

Non ci si può difendere da soli. Ed è per questo che l’Unione Europea ha deciso di compiere un passo decisivo introducendo la Cyber Solidarity Act, un atto legislativo che mira a rafforzare la resilienza informatica dei Paesi membri e si inserisce nel più ampio contesto del pacchetto di misure per la sovranità digitale. Negli ultimi anni, infatti, l’Europa è stata bersaglio di attacchi informatici sempre più sofisticati e pervasivi, che hanno colpito infrastrutture critiche, istituzioni governative e aziende private. Questi episodi hanno messo in evidenza non solo la vulnerabilità dei sistemi informatici, ma anche la necessità di un approccio coordinato a livello comunitario. La Cyber Solidarity Act nasce per questo: con l’obiettivo di garantire una risposta più rapida ed efficace alle minacce informatiche, promuovendo al contempo una cultura della sicurezza condivisa.

La decisione del consiglio europeo punta, dunque, a mettere dei pilastri per la difesa comune delle infrastrutture digitali. Creando, in primo luogo, un Cyber Shield Europeo, uno scudo comune composto da un sistema integrato di monitoraggio e risposta alle minacce informatiche e costituito da centri operativi distribuiti nei vari Stati membri, dotati di tecnologie avanzate per l’individuazione e la mitigazione degli attacchi. Inoltre, l’obbiettivo è anche di potenziare la cooperazione transfrontaliera attraverso una serie di programmi congiunti e piattaforme di condivisione delle informazioni, con le quali i Paesi potranno scambiare dati in tempo reale, migliorando la capacità di risposta collettiva. Previso anche il supporto alle piccole e medie imprese, che rappresentano spesso l’anello debole della catena e a cui verranno offerti finanziamenti, strumenti di protezione e formazione dedicata. Infine, l’atto dell’Ue per la cybersicurezza garantirà un fondo volto a finanziare progetti strategici e a sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie.

Tutto quanto sopra avrà riflesso anche per noi singoli cittadini, perché la Cyber Solidarity Act rappresenta una garanzia di maggiore protezione dei dati personali e una riduzione del rischio di disservizi causati da attacchi hacker. Per le aziende, si aprino nuove opportunità di innovazione e collaborazione, oltre a strumenti concreti per migliorare la propria resilienza. Resta, a questo punto, mettere in pratica questa barriera digitale: l’attuazione della normativa non sarà priva di sfide, vista la complessità tecnologica, le differenze tra i vari sistemi normativi nazionali e la necessità di un significativo impegno finanziario da parte dell’Unione.  Di sicuro però non si può aspettare oltre, in un mondo sempre più interconnesso e, per questo, sempre più pericoloso anche per lo spostamento dei campi di guerra anche nel mondo reale. Per questo serve uno scudo. E per questo – se unita davvero – l’Europa avrà le armi per difendersi.

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