16 Maggio 2024
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Cronaca, Cultura

Nuova definizione rivoluziona il concetto museale

02.03.2024

Galleria degli Uffizi, Firenze.

Accessibilità, inclusività, diversità, sostenibilità: lo spazio museale non è più luogo di sola conservazione del patrimonio. Le sfide attuali portano la comunità internazionale a ripensare il ruolo dei musei nel contesto sociale.

Se da un lato ai musei di oggi si richiedono innovazione digitale e iniziative dal respiro internazionale, dall’altro lato, risulta necessario ripensare un nuovo equilibrio con il locale, che favorisca la “partecipazione della comunità”. Si richiede, insomma, che il museo ritrovi un proprio spazio nel tessuto cittadino, adattandosi, di volta in volta, alle esigenze della comunità e intraprendendo nuove modalità di comunicazione con il territorio. Questa logica sta guidando alcune delle più recenti iniziative museali italiane, come quelle intraprese da Palazzo Braschi a Roma e dalla Galleria degli Uffizi a Firenze. Risale allo scorso dicembre 2023 l’apertura di un’aula studio dentro il Museo di Roma a Palazzo Braschi: il servizio è destinato agli studenti degli atenei romani, disponibile nei fine settimana e gratuito, e si inserisce in una cornice di “valorizzazione polivalente dei luoghi di cultura”. Il museo si apre ai giovani in una veste tradizionale e innovativa, sfruttando tutte le potenzialità che i suoi spazi possono offrire. Diversa, si, ma mossa dalle stesse ragioni, è la recente proposta del nuovo direttore della Galleria degli Uffizi, Simone Verde. Nella sua personale immagine futura degli Uffizi, Verde prevede un’apertura serale settimanale dedicata solo ai cittadini fiorentini, che possano godere delle bellezze artistiche del museo in un momento di maggiore calma come possono essere le ore serali, lontane dalla frenesia delle visite giornaliere. Iniziative di questo tipo rappresentano le nuove tendenze della museologia contemporanea, una risposta italiana al fare cultura oggi.

Queste dimore di arte e cultura, di fronte alle nuove dinamiche socioeconomiche – che coinvolgono capitali economici, uomini, città, lavoro, idee – sanno reinventarsi, facendo dell’innovazione la marca vincente per la loro valorizzazione.
Risale all’agosto 2022, a Praga, l’approvazione della nuova definizione di “museo” proposta dall’International Council of Museums (ICOM), che evidenzia come concetti quali “accessibilità”, “inclusività”, “diversità”, “sostenibilità” non figurano nella vecchia definizione dell’ICOM (principale network italiano di musei e professionisti museali), risalente al 2007. Le sfide attuali sono così rilevanti da portare la comunità internazionale a ripensare il ruolo dei musei nel contesto sociale. Non più luoghi di sola conservazione del patrimonio ma – torniamo alla definizione – luoghi di esperienza: dunque, luoghi da consumare, in cui il visitatore è ora spettatore, ora fruitore attivo e protagonista insieme alla cultura.  Dopo i primi e quasi impercettibili passi verso le nuove frontiere negli anni immediatamente precedenti alla pandemia, è innegabile la funzione di catalizzatore che il Covid ha avuto nell’evoluzione dell’approccio al mondo culturale, musei compresi. Nelle nuove pratiche di audience development l’uso del digitale è ormai preponderante: mostre virtuali e interattive, esperienze immersive, installazioni tecnologiche dal design accattivante, operazioni che rendono bene quell’idea secondo cui lo spazio museale non è solo di conservazione ma anche di produzione artistica. A ricordarcelo, non a caso, è uno dei più importanti musei al mondo, il MOMA di New York, che da qualche parte sulle sue pagine social scrive «Experience art as it’s happening».

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