22.09.2023
Cosa bisogna avere assolutamente nel mondo mutevole della moda. Christian Dior diceva «L’uniformità è la madre della noia», ma allora perché c’è questa folle corsa all’omologazione?
Ogni stagione della moda arriva portando alla nostra attenzione il capo da avere assolutamente nel guardaroba grazie alla definizione “must have”. Ma, in realtà, cosa s’intende col termine must have? Non è una novità che la terminologia inglese, all’interno dell’eloquio quotidiano, come spesso capita in Italia quando una cosa piace, venga usata e abusata al punto da farle perdere la qualità del significato che l’ha portata all’attenzione della massa. Questo è quanto successo ad alcuni termini fatti propri dal comparto fashion.
Must have: oggetto da avere assolutamente. Ora, se volessimo davvero essere puntigliosi potremmo dire che “assolutamente” non può accostarsi ai dettami della moda, primo perché la moda per sua natura è mutevole e secondo, ma non meno importante, per il semplice fatto che ogni fisico ha le sue peculiarità e per tale motivo quello che addosso a un fisico rende in armonia e proporzione addosso a un altro, anche apparentemente analogo, può evidenziare difetti. Mi viene in mente il caso del Bomber che torna di moda a fasi alterne.
Questo splendido capo d’abbigliamento, risalente al 1917 grazie alla US Army Aviation Clothing Board, viene suggerito tra i must have per la stagione corrente senza considerare che, per un fatto di struttura del modello, rende maggiormente addosso a fisici medio sottili e meno su fisici morbidi, che per loro morfologia trovano armonia all’interno di linee definite; quindi, non può essere declinato al grande pubblico come must have “da avere assolutamente”.
Questo è solo un esempio di come, nella speranza di dare la migliore indicazione, si possa incappare nell’errore. Christian Dior diceva «L’uniformità è la madre della noia», ma allora perché c’è questa folle corsa all’omologazione?
Viviamo gli anni in cui le donne lottano per non essere vittime di body shaming, per accreditare rispetto a qualsiasi tipo di fisico sia longilineo che morbido, ma viviamo anche tempi dove i Trend – altro termine che deve far riflettere – ci porta a valutare con occhio benevolo prevalentemente una fisicità specifica, screditando, tra le righe, ciò che non coincide con la taglia 38/40. Sono gli anni “delle curve d’estate sì e d’inverno no” come se la genetica non avesse più la sua importanza o meglio, come se il corpo delle donne fosse una moda cangiante sulla base del caldo o del freddo.
A questo punto il miglior consiglio che mi sento di scrivere è: non fatevi ammaliare dai mille suggerimenti che vedono al centro dello “star bene con sé stessi” un’idea di perfezione che solo Photoshop può promettere e mantenere.
A cura di Mariangela Bonaparte