Il ddl Lollobrigida, la proposta di legge di marca governativa per cambiare le regole della caccia, sembra una caricatura. Le anticipazioni che lo descrivono saranno una fake news? Non sembrerebbe, a giudicare dalla risposta del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida che, invece di smentire nel merito, si è limitato a dire che la 157 è “vetusta” e che verrà cambiata con “grande equilibrio, garantendo ovviamente l’ambiente prima di tutto”.
Il parere di un precedente ministro dell’Agricoltura, Alfonso Pecoraro Scanio (oggi presidente della Fondazione Univerde e coordinatore del Comitato Scientifico della Fondazione Campagna Amica, un’iniziativa promossa da Coldiretti) è opposto: “La legge proposta è chiaramente incostituzionale, non è compatibile con il nuovo articolo 9 della Costituzione che recita: ‘La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. È difficile dire che il disegno di legge proposto sia compatibile con questo impegno costituzionale. Se passasse, basterebbe un ricorso alla magistratura per azzerarlo”.
Vediamo dunque l’elenco dei punti della riforma targata Meloni, secondo le anticipazioni rese pubbliche dalle associazioni ambientaliste. La premessa è uno dei pezzi forte: la caccia da attività ludica diventa una pratica che per legge concorre alla tutela della biodiversità. Sparare agli animali per salvaguardarli: il ragionamento non fa una piega.
Ma non è solo un’enunciazione teorica. Il ddl entra nel merito spiegando in che modo verrà realizzata questa salvaguardia. Estensione delle aree in cui si caccia e riduzione dei divieti. Riapertura degli impianti di cattura dei richiami vivi. Caccia nelle aree demaniali come spiagge, dune, foreste, praterie con buona pace di escursionisti, villeggianti, ciclisti. Caccia nel periodo di migrazione e nidificazione. Gare di caccia con cani e fucili consentite anche di notte e nei periodi di nidificazione. Estensione dei periodi di caccia, consentita anche dopo il tramonto. Caccia senza regole nelle aree private. Sanzioni fino a 900 euro per chi protesta contro le uccisioni di animali durante le attività di controllo.
“Sembra la legge per il bracconaggio più che per la caccia”, continua Pecoraro Scanio. “Sono posizioni così estreme da non rappresentare l’assieme del mondo venatorio e tanto meno gli interessi del mondo agricolo. Oltretutto una legge del genere costerebbe carissima all’Italia perché scatterebbero sanzioni pesanti per l’infrazione delle leggi comunitarie. Certo le elezioni in regioni con gruppi dí estremisti venatori sono vicine e ci potrebbe essere un calcolo elettorale per catturare qualche manciata di voti. Ma in ogni caso è una scelta fuori dalla storia”.