19.10.2024
Si chiama il Great Salt Lake, e si teme la sua completa scomparsa per prosciugamento, ma anche per l’errata scelta dei due milioni di abitanti dello Stato di Utah, fortemente repubblicani. La storia delle devastanti conseguenze politiche e ambientali su un emblematico lago negli USA.
Il secondo lago degli Stati Uniti per dimensioni è a rischio prosciugamento totale. A lanciare l’allarme un gruppo di scienziati del Great Salt Lake Institute della Westminster University, in particolare il vicedirettore, David Parrott, il quale ha parlato di uno scenario post apocalittico, da Mad Max per la contea di Salt Lake in Utah, dove si trova quello che è considerato il Mar Morto d’America.
Facendo riferimento ad un episodio successo nel 2022 quando le acque del lago raggiunsero i livelli più bassi, poco più di 1,27 metri, Parrott ha affermato che la comunità scientifica ha cominciato seriamente a preoccuparsi. «Temiamo che il lago si prosciugherà completamente», ha sottolineato. Nel 2022, a causa della combinazione di diversi fattori, tra cui la necessità di soddisfare il fabbisogno idrici per l’agricoltura e l’attività estrattiva, oltre ad una siccità storica che si protraeva da un ventennio, le acque divennero così salate che la “artemia”, una specie di crostacei nonché tra le principali fonti di sostentamento per l’economia locale, cominciò a morire. Scomparirono anche gli uccelli migratori per la mancanza di insetti di cui nutrirsi.
«Se il lago scomparirà – aggiunge Parrot – sarebbe come Mad Max, (franchise cinematografico di genere distopico, ndr), dove l’acqua non c’è più e noi non possiamo far altro che abbandonare la città. Sarebbe inimmaginabile». Ciò accadrebbe perché l’alveo, ossia il letto del lago, che contiene arsenico e metalli tossici, diventerebbe più esposto all’aria aperta e contaminerebbe l’atmosfera durante le tempeste di sabbia. Eppure, nonostante la minaccia per oltre due milioni di residenti, lo Utah resta uno Stato fortemente repubblicano, in vista della prossima elezione presidenziale, e a favore di Donald Trump, notoriamente scettico sui problemi del clima, il quale durante il suo mandato alla Casa Bianca diede il via al ritiro degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima. Nessun democratico ha vinto un’elezione presidenziale nello Stato di fede mormone dal 1964.
«Una presidenza Donald Trump – mette in guardia ancora Parrott – sarebbe disastrosa per l’ambiente in generale e nello specifico per il Grande Lago Salato. Ogni minuscolo incremento – continua – nelle temperature globali richiederà di adottare sempre più misure poco popolari, tra cui l’aumento del prezzo dell’acqua oppure il divieto di usare impianti di irrigazione per uso domestico».