14.12.2024
Film, serie tv, eventi sportivi seguiti in maniera illegale. Sarebbe impossibile negare l’importanza delle varie piattaforme truffaldine che offrono servizi in streaming, diventate un fenomeno sempre più diffuso negli ultimi anni. Male l’Italia, ma è la meno peggio. Il focus.
Assistere a un qualsiasi prodotto televisivo, che sia un evento sportivo, la serie del momento o un film da poco uscito al cinema, non è più come un tempo. Sarebbe impossibile negare l’importanza che si sono ricavate negli ultimi anni le varie piattaforme che offrono servizi in streaming, che però nel tempo sono diventate sempre più numerose, agguerrite e di conseguenza costose. Ciò ha fatto sì che il fenomeno della pirateria online, un vero e proprio flagello in Italia, si sia diffuso sempre più a macchia d’olio. Tuttavia, a dispetto di quanto si possa superficialmente pensare, è tutt’altro che un fenomeno prettamente nostrano.
A fare ordine ci ha pensato l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo), che in una recente analisi ha messo al setaccio sei anni di pirateria online in tutta Europa. E se in Italia un problema c’è, altrove è più profondo e radicato che da noi. Lo dimostra già il primissimo dato: nel corso dell’intero 2023, in media, ogni utente del web ha visitato circa 10 volte al mese almeno un sito che distribuisce contenuti video illegali. E non in Italia: nell’intero Continente.
Addirittura i numeri del nostro Paese sono ampiamente inferiori alla media. In Italia, infatti, le visite a siti specializzati in pirateria online sono state 7,3 al mese per ogni cittadino che dispone di una connessione domestica. Ma, per esempio, in Spagna si arriva a 8,5, in Austria a 8,9, in Francia a 11,3, persino la Germania è messa peggio di noi e ha toccato quota 7,7. Cifre comunque lontanissime dai Paesi più «pirati» d’Europa: Estonia e Lettonia, che hanno fatto registrare un quasi irreale numero di 24 accessi mensili illegali a utente.
Il fenomeno, oltre a essere sempre più diffuso, si sta oltretutto affinando. La ricerca evidenzia che in Europa gli abbonati a servizi Iptv illegali sono aumentati del 10% nel solo 2023, e addirittura l’1% dell’intera popolazione continentale potrebbe aver sottoscritto tali abbonamenti negli ultimi due anni.
Il guaio è che individuare l’illegalità di questi servizi si sta rivelando una missione sempre più complessa, dato che ormai gli operatori truffaldini tendono a utilizzare server legittimi. E questo permette loro di sfuggire ai controlli delle varie polizie postali nazionali e non, mascherando le proprie attività e creando autentiche voragini nel mercato. Tutto questo non cancella i sistemi più tradizionali, come lo streaming pirata che visse già una prima età dell’oro a inizio secolo: ebbene, ancora adesso rappresenta il 74% degli accessi illegali per cinema e serie tv.
Curioso notare come siano però soprattutto i contenuti televisivi i più piratati d’Europa (circa 5 visite mensili per utente). Il cinema arriva a una ben inferiore quota 0,71, e perfino lo sport è lontanissimo: 0,56. Quest’ultimo settore è però il più in espansione tra il 2021 e il 2023, con un valore enorme dato alle dirette (non altrettanto importanti per chi sta cercando un film). E infatti qui diventa cruciale contrastare la ritrasmissione live, con avanzati sistemi di blocco immediato delle piattaforme illegali.