Vivere in campagna, magari vicino a una vigna, sembra essere una soluzione ideale per chi ama la natura e ha un lavoro che gli consente di non risiedere in un’area urbana. Ma le cose sono un po’ più complicate di così. Ogni scelta ha pro e contro. E quindi se vivere in città ha i suoi vantaggi ma espone all’inquinamento urbano, vivere in campagna ha i suoi indubbi vantaggi, ma espone all’inquinamento agricolo. Specie se la casa è vicina a una bella vigna. Perché le persone che vivono vicino ai vigneti sono più esposte ai prodotti fitosanitari rispetto a coloro che vivono lontano dalle colture. E’ questo il risultato più importante del grande studio chiamato PestiRiv, realizzato dall’agenzia per la sicurezza alimentare francese, l’ANSES, assieme a Santè Publique France.
Per monitorare la situazione a livello nazionale tra il 2021 e il 2022, i ricercatori hanno analizzato i capelli e le urine di 1.946 adulti dai 18 ai 79 anni e di 742 bambini e adolescenti in 265 zone viticole e non viticole di sei regioni vinicole (Grand Est, Borgogna-Franca Contea, Alvernia-Rodano Alpi, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Occitania e Nuova Aquitania). Le analisi sono state condotte in due periodi dell’anno: da marzo ad agosto, quando i trattamenti sono al massimo, e da ottobre a febbraio, quando i trattamenti sono assenti.
Analisi sistematiche
I partecipanti sono stati divisi in due gruppi in base alla distanza delle loro abitazioni dai vigneti: meno di 500 metri o più di cinque chilometri. Inoltre, hanno risposto a questionari dettagliati sulle loro abitudini (come il tempo trascorso all’aperto o l’uso di pesticidi in casa) e sulla dieta. Oltre ai campioni biologici, sono stati analizzati anche l’aria (sia esterna che interna alle case), la polvere e alcuni ortaggi e frutti coltivati all’aperto. Le vigne sono state scelte per lo studio perché sono tra le colture più trattate e spesso si trovano vicino alle abitazioni. Alla fine, è emersa una chiara relazione tra la distanza dai vigneti e la presenza di sostanze nell’organismo, con dosaggi e tipi di sostanze proporzionali alla vicinanza e ai periodi di trattamento.
I risultati dello studio mostrano che i residenti che vivono in prossimità di aree vitivinicole sono più esposti ai prodotti fitosanitari applicati a queste colture rispetto a coloro che vivono lontano da qualsiasi coltura. Queste esposizioni sono maggiori durante il periodo di trattamento. L’aumento dell’impregnazione biologica nelle aree vitivinicole è stato osservato sia negli adulti che nei bambini.
I risultati
Questi risultati sono robusti per i diversi campioni analizzati (urina, capelli, polvere, aria ambiente, aria interna) e coerenti con quelli dei pochi studi condotti negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi. Questa maggiore esposizione è dovuta al trasferimento nell’ambiente delle sostanze applicate alla vite, che si osserva per la maggior parte delle sostanze misurate: riguarda sia sostanze molto specifiche della vite (ad esempio folpel o metiram) sia sostanze che lo sono meno (ad esempio glifosato, fosetil-alluminio, spiroxamina). Infatti, le sostanze possono disperdersi oltre le aree trattate tramite fenomeni di deriva, sotto forma di goccioline al momento dell’applicazione dei prodotti, o tramite il rivolo di una frazione di prodotti volatilizzata dopo l’applicazione. Ciò è accompagnato da una graduale rideposizione dei prodotti al suolo.
In alcuni casi, la concentrazione nelle urine di chi viveva vicino ai vigneti era 1,5 volte maggiore rispetto a chi viveva più lontano, mentre nell’aria era addirittura 12 volte maggiore e nella polvere dieci volte maggiore. Durante il periodo di irrorazione, 12 pesticidi erano presenti in quasi tutti i campioni di urina analizzati. Sono stati trovati sia pesticidi specifici per la vite, come folpel o metiram, sia altri più generici, probabilmente provenienti da colture circostanti, come il glifosato, il fosetil-alluminio e la spiroxamina. Inoltre, il 2022, anno in cui sono stati prelevati molti dei campioni, è stato un anno molto siccitoso, richiedendo meno pesticidi del solito. Pertanto, le dosi medie potrebbero essere state sottostimate rispetto a quanto accade normalmente.
La diffusione nell’ambiente
Il dato più preoccupante riguarda i bambini tra i tre e i sei anni: le loro concentrazioni di pesticidi erano sempre più elevate, probabilmente perché trascorrono più tempo all’aperto e a minore distanza dal suolo, e il loro organismo è meno efficiente nell’eliminare questi composti. Ma è inquietante anche il dato relativo all’aria nelle case delle persone oggetto dell’indagine. Nelle case vicine ai vigneti, la concentrazione di pesticidi è risultata di 12 volte maggiore rispetto alle abitazioni lontane dalle colture. La polvere domestica presenta livelli 10 volte più alti, mentre nelle urine la differenza è di 1,5 volte. Questi numeri dimostrano che i fitosanitari non rimangono confinati nei campi, ma si diffondono nell’ambiente circostante attraverso fenomeni di deriva che possono trasportare le sostanze anche a parecchie centinaia di metri di distanza.
Questo significa che occorre ridurre l’uso di prodotti fitosanitari, limitandosi a quanto serve davvero. In questo senso la Francia ha approvato la strategia Ecophyto 2030, persegue l’obiettivo di ridurre del 50% l’uso e i rischi complessivi dei prodotti fitosanitari, nel rispetto del principio: “nessun divieto senza una soluzione”.
L’obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi nell’Ue entro il 2030 era una pietra miliare del Green Deal.Il regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi (Sur) è stato presentato per la prima volta a giugno 2022, con l’ambizioso progetto di dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030. Tra le altre cose avrebbe colpito l’uso del glifosato, l’erbicida più usato a livello mondiale responsabile di gravi danni alla biodiversità e agli ecosistemi, nonché dannoso per la salute umana.
I parchi gioco per bambini
Oltre a incentivare l’uso di strategie ecosostenibili per il controllo degli insetti e delle piante indesiderate, la proposta prevedeva il divieto completo dell’uso di qualunque tipo di pesticida nelle aree verdi sensibili elencate in Natura 2000, il network di aree verdi protette dell’Unione europea. Tra queste si trovano parchi urbani, i parchi giochi per bambini, i campi sportivi, le vie alberate e le aree in cui operano gli impollinatori, cioè api e altri insetti fondamentali per la riproduzione delle piante. Il Sur faceva parte della strategia “Farm to fork, pilastro del Green deal, che ha l’obiettivo di creare un’agricoltura più sostenibile tramite il taglio delle emissioni e degli agenti inquinanti, come i pesticidi, e il ripristino della biodiversità. Ma era evidentemente troppo ambizioso per gli addetti ai lavori, gli agricoltori e l’industria alimentare, e per molti partiti.
L’obiettivo è stato infatti accantonato a tempo indeterminato nel 2023 per le proteste delle organizzazioni agricole e dei partiti di destra, dopo essere stato respinto dal Parlamento europeo. E nulla fa ritenere che il progetto di dare regole più stringenti possa tornare d’attualità nel medio-breve periodo. Quest’anno, un’intervista a Euronews, il commissario all’Agricoltura Christophe Hansen ha confermato che il rilancio del piano non è più nell’agenda dell’esecutivo Ue. “Non ha funzionato e ora non c’è alcun progresso su questo tema. È fuori discussione”. Tenetevi i pesticidi.