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Cultura

Pizza “San Ciro”, fatta con le orecchie

12.08.2023

La pizza uno strumento di inclusione e speranza. Così ha pensato Ciro Di Maio, noto pizzaiolo originario di Frattamaggiore, quando ha portato i segreti della sua maestria dietro le sbarre del carcere Canton Mombello di Brescia. Il suo obiettivo è quello di offrire una seconda opportunità ai detenuti. Ecco la sua storia.

Ciro ha avviato un corso di formazione professionale, insegnando l’arte della pizza «fatta con le orecchie», come ama definirla. Nato nel 1990, Ciro ha trasferito le sue radici napoletane in Lombardia nel 2015, dando vita a “San Ciro”, una pizzeria che omaggia le figure dei suoi nonni.

La sua famiglia ha sempre avuto un forte senso di solidarietà; suo padre, infatti, ha dedicato anni al volontariato, supportando giovani tossicodipendenti nella loro riabilitazione.

Il progetto in carcere, sviluppato in collaborazione con Luisa Ravagnani e sostenuto dalla direttrice Francesca Paola Lucrezi, ha visto Ciro entrare in prigione due volte a settimana, offrendo lezioni teoriche e pratiche sulla preparazione della pizza. Sette detenuti hanno avuto l’opportunità di imparare tutto sull’arte della pizza, dalla scelta degli ingredienti alla cottura.

Ma l’iniziativa non si ferma qui. Dopo l’estate, Ciro presenterà una pizza speciale, «San Ciro», che simboleggia l’unione tra Nord e Sud d’Italia. Questa pizza, preparata con ingredienti che rappresentano la diversità e la ricchezza del nostro Paese, sarà il culmine della formazione dei detenuti e verrà presentata durante la cerimonia di consegna degli attestati. La ricetta della pizza San Ciro è semplice: in una zuppiera si versa il sale e, dopo avere setacciato la farina, pure lo zucchero, aggiungendo il lievito e mescolando il tutto con acqua e olio. L’impasto, ottenuto su un asse spolverato di semola, viene coperto e fatto riposato in frigo per 24 ore. La pizza va tirata a mano, deve avere le orecchie, non può essere un circolo perfetto. Gli ingredienti che la completano: melanzane sott’olio, pomodori del territorio (tagliati a pezzettoni, per dare colore e vita alla pizza), porchetta igp di Ariccia e provola affumicata di Caserta.

La visione di Ciro va oltre il singolo corso. Sogna di creare un consorzio di pizzaioli pronti a offrire opportunità lavorative a chi ha commesso errori ma desidera una seconda chance.

«In un periodo in cui il settore della ristorazione cerca lavoratori, questo può essere un modello vincente per tutti», afferma Ciro.

Con questa iniziativa, Ciro Di Maio non solo condivide la sua passione per la pizza, ma dimostra come la solidarietà e la formazione possano trasformare le vite e offrire nuove prospettive. Un esempio luminoso di come la cucina possa diventare uno strumento di inclusione e speranza.

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