15 Marzo 2025
/ 21.11.2024

PNRR, nel limbo del ritardo

I cantieri coperti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono troppo indietro rispetto alla tabella di marcia. Ad agosto lavori conclusi solo al 15% e i bandi aggiudicati nel 2021 sono partiti o terminati appena nel 47% dei casi. Onorare questi impegni dipende anche da alcune differenze territoriali. Denuncia, cause ed effetti.

I cantieri coperti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono troppo indietro rispetto alla tabella di marcia. Ad agosto lavori conclusi solo al 15% e i bandi aggiudicati nel 2021 sono partiti o terminati appena nel 47% dei casi. Onorare questi impegni dipende anche da alcune differenze territoriali. Denuncia, cause ed effetti.

Uno dei temi più caldi degli ultimi anni, quando si pensa all’Italia e alla sua crescita, riguarda inevitabilmente i fondi erogati al nostro Paese tramite il PNRR (il celebre Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, parte del Next Generation EU sancito nel luglio 2020 dal Consiglio europeo per rilanciare le economie degli Stati membri UE dopo i danni della pandemia Covid). Il piano è diviso in sei Missioni, che prevedono investimenti finanziati dall’Europa a condizione di completare i progetti e accompagnarli all’attuazione di una serie di riforme strutturali. Tutti motivi per cui lo stato di avanzamento dei lavori inizia a creare un profondo allarme.Lo evidenzia senza giri di parole la Banca d’Italia nel rapporto pubblicato a novembre 2024 con il titolo «L’economia delle Regioni italianeDinamiche recenti e aspetti strutturali».

Qui i dati, aggiornati ad agosto 2024, sono sconfortanti: di tutte le gare aggiudicate e coperte dai fondi PNNR in riferimento a quella data, i lavori risultano conclusi solo per il 15% del totale. Nel 32% dei casi, invece, sono ancora in corso. Questi ultimi, in buona parte, presentano oltretutto ingenti ritardi rispetto ai tempi previsti.
Ampliando il quadro, tra tutti i bandi avviati e aggiudicati dal mese di novembre 2021 (e che quindi esistono da tre anni pressoché esatti), appena il 47% dei cantieri ha visto i propri lavori avviati o terminati. Rispetto ad altre casistiche nazionali, peraltro, esiste ma è decisamente ridotta una differenza territoriale: l’incidenza di tali gare raggiunge, infatti, il 50% nel Nord-Est e Nord-Ovest del Paese, ma al Centro e al Sud arriva comunque al 45%.

L’importanza di onorare questi impegni risulta ancora più evidente analizzando un altro dato. Nel mese di luglio 2024 il valore dei progetti finanziati dal PNRR, e che prevedesse la gestione da parte di soggetti attuatori pubblici, arrivava a un totale di ben 113 miliardi di euro. Di essi, 91 miliardi (quindi un rilevantissimo 80%) necessitava l’apertura di una gara d’appalto per assegnare i lavori, aprire il relativo cantiere e quindi portare a compimento il progetto onorando la Missione concordata con l’Europa.
Elementi di grandissimo peso, che rendono indispensabile un’accelerazione ancora lontana dal concretizzarsi in tutto il nostro Paese. Che, per usufruire realmente del PNRR e non correre il rischio di perderne i fondi, deve urgentemente passare «dalle parole ai fatti», come si suol dire. Non ignorando ulteriori problemi che l’Italia si trova a dover affrontare e superare.
Nel suo rapporto, Bankitalia sottolinea l’importanza che il PNRR si è già ricavato per sostenere una crescita post pandemica che nel Sud del Paese si è finora rivelata superiore rispetto al resto d’Italia. Ma, più che altrove, proprio qui si teme una brusca frenata dovuta all’andamento demografico negativo, ma anche agli effetti dell’inflazione. Che, inevitabilmente, hanno eroso la crescita dei consumi. Tanto più che, ancora una volta, il Meridione denuncia un livello medio delle retribuzioni inferiore del 30% rispetto al Centro Nord.

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