21 Novembre 2024
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Politica e Marketing nelle mani delle Chatbot

19.11.2024

Prendono piede le reclame che propongono cast e situazioni surreali concepiti con l’Intelligenza artificiale. Ultima durante Inter-Napoli. Sebbene nota la mano difettosa dell’algoritmo incaricato di fare il mestiere, la strada del futuro sembra proprio quella di formare una Generazione IA, togliendo la produzione audiovisiva alla gestione umana.

Non è tutto vero quello che vedete, neanche se davanti a voi scorre uno spot pubblicitario. È l’ultimo effetto dell’intelligenza artificiale, che comincia a sostituire il mondo reale quando si tratta di promuovere un prodotto. L’ultimo caso è stato durante Inter-Napoli, match clou di serie A che in Tv ha lasciato spazio a un video, realizzato da un’azienda di scommesse, in cui i protagonisti – uomini od oggetti che fossero – erano stati disegnati da un computer. In realtà la differenza si vedeva ad occhio nudo, ma come si sa un giorno si potrebbe arrivare al momento in cui non ci accorgeremo delle differenze.

Il lavoro di rendere più affascinanti le reclame è appena cominciato: sul manifesto che promuove una catena di supermercati si vede una ragazza che si scatta un selfie, eppure dietro di lei appaiono particolari distorti che si spiegano col fatto che l’IA generativa deve ancora imparare molte cose. Eppure, la strada è quella, visto che stiamo assistendo a un notevole aumento dell’IA nel settore pubblicitario: già dalla fine del 2023 il trend di investimenti in questo tipo di campagne create dagli algoritmi hanno toccato i 7 milioni di dollari di spesa, con un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E sono sempre più le aziende che diventano un case history nel mondo del marketing digitale: la catena spagnola di moda Mango ha per esempio deciso di sostituire le modelle con avatar per velocizzare la creazione dei contenuti, mentre Dove (il marchio specializzato in prodotti di bellezza) fa vedere una chatbot che genera l’immagine della donna più bella del mondo (bionda, chiara di pelle, occhi azzurri), che poi dimostra che la Gen AI vive ancora degli stereotipi dei suoi creatori.
Il problema, però, in tutto questo, è che non solo gli spot tradizionali cominciano a nascondere il lavoro di computer grafica. Nel corso di quest’anno anche la politica ha fatto uso di intelligenza artificiale per cercare di conquistare il favore degli elettori, non sempre in maniera chiara. Quando Joe Biden ha annunciato l’intenzione di correre per la rielezione, il Partito Repubblicano ha lanciato un video diffamatorio chiamato “Beat Biden”, in cui le immagini del rivale erano state generate da un computer. In Germania, invece Alternative für Deutschland, Junge Alternative, ha realizzato uno spot a favore della deportazione dei migranti con scenari artificiali.

Funzionerà? Secondo un sondaggio di YouGov la maggioranza delle persone è ancora a disagio davanti agli spot non reali, e questo potrebbe salvare la creatività di chi ancora lavoro sul prodotto senza utilizzare artifici digitali. Ma la controprova arriverà ora nel periodo di offerte che va dal Black Friday al Natale, durante il quale Meta utilizzerà nuovi strumenti potenziati dall’intelligenza artificiale che ci convinceranno a fare affari imperdibili. Se ci cascheremo, vorrà dire che l’algoritmo ha già imparato tutto di noi.

 

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