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Salute

Prendiamo cura della depressione

15.06.2024

Un mondo sempre più depresso. Può manifestarsi sia come sintomo, sia come sindrome, ed è considerata la prima causa di disabilità a livello mondiale. In Italia ne soffrono 3 milioni di persone, di cui due terzi di sesso femminile. Approfondimento su impatti, risorse e cure.

La depressione, o umore depresso, rappresenta una condizione caratterizzata da un significativo abbassamento del tono dell’umore, accompagnato da sentimenti intensi di tristezza, pessimismo, dolore e disperazione. In ambito psichiatrico, la depressione può manifestarsi sia come sintomo, sia come sindrome. Nel contesto sindromico, l’umore depresso è il sintomo principale, ma può anche presentarsi in modo aspecifico all’interno di altri disturbi, come il disturbo d’ansia. Ad oggi, l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), l’ha definita come la prima causa di disabilità a livello mondiale, e solo nel nostro Paese, la depressione in ogni sua forma, riguarda più di 3 milioni di persone, di cui 2 milioni rappresentano il sesso femminile della popolazione. Numeri destinati a salire in particolare a seguito della pandemia da Covid-19 (si stimano 150.000 casi in più).

Ma come e quanto impattano queste cifre sulla nostra vita?
La depressione non colpisce solo chi ne soffre, ma si ripercuote sia in coloro che si trovano al fianco di queste persone, i caregiver, sia a livello sociale, in particolare in termini di costi. In Italia, si stima che il costo sociale di questa patologia, in termini di ore lavorative perse, ammonti a 4 miliardi di euro l’anno. A questi si aggiungono i costi sostenuti dai caregiver, considerando che per ogni persona che ne soffre sono coinvolti almeno 2-3 familiari.
Nello specifico, i pazienti affetti da depressione resistente al trattamento (TRD) nel nostro Paese sono più di 130.000 e in un anno perdono mediamente 42 giornate di lavoro, circa 1 giorno a settimana. Inoltre, i costi diretti si presentano come significativi, variando in media dai 4.913 euro per paziente con depressione ai 5.555 euro per coloro che soffrono di TRD. I costi indiretti, sociali e previdenziali rappresentano il 70% del totale dei costi della malattia. In particolare, i costi previdenziali hanno registrato un incremento del 38% negli ultimi 5 anni.
Oltre a ciò, il paziente può mostrare come sintomatologia: difficoltà del sonno, alterazioni dell’appetito e del desiderio sessuale, perdita di interesse in attività precedentemente amate, anedonia, apatia, rallentamento psicomotorio, intensi sentimenti dici colpa e in alcuni casi ideazioni suicidarie.

Fortunatamente, sono molte le possibilità di cura per i disturbi depressivi. Cure evolutesi negli ultimi 50 anni, che mirano alla risoluzione dei sintomi, al recupero del funzionamento ottimale e alla riduzione del rischio di ricaduta. Tuttavia, circa il 25% dei casi è costituito da depressione resistente, che non risponde a diversi trattamenti farmacologici. Per questi, sono disponibili trattamenti non farmacologici, come la psicoterapia.
Il futuro richiede una migliore organizzazione e strutturazione della gestione delle persone affette da disturbi depressivi, al fine di garantire cure più efficaci e una presa in carico più efficiente. L’obiettivo è ridurre la disabilità associata alla depressione e contenere i costi ad essa correlati. Pertanto, sarà fondamentale attivare campagne di prevenzione, intervenire precocemente e rafforzare i servizi, soprattutto a livello territoriale. Le risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) saranno essenziali per ridurre le disparità tra le diverse regioni e migliorare l’accesso alle cure su tutto il territorio nazionale.

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