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Salute

Prima che diventiamo resistenti agli antibiotici

18.02.2024

30mila sono i morti in Europa all’anno a causa dei microrganismi multi-resistenti ai farmaci antibiotici. Fondamentali il ruolo del microbiologo clinico-sentinella e il consumo controllato dei farmaci.

L’antibiotico resistenza è una delle principali minacce alla salute pubblica. L’Organizzazione Mondiale della Salute ne è certa, dopo avere analizzato i dati a livello globale. In un anno sono circa 1,3 milioni i decessi associati all’assunzione di antibiotici che comportano reazioni gravi e irreversibili. Casistica che registra il tasso più elevato nell’Africa subsahariana. In Europa i morti a causa di microrganismi multi-resistenti ai farmaci antibiotici risultavano essere oltre quota 30mila all’anno ancor prima della pandemia. La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) ha lanciato da oltre un anno il progetto Resistimit, una piattaforma nazionale per la messa in rete dei dati che, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, permetteranno di delineare gli scenari futuri. Il progetto è basato su dieci centri pilota, dislocati a Roma con gli ospedali Spallanzani e Umberto I e Università Tor Vergata, Napoli con ospedale Cotugno e Università Federico II, Bari, Foggia, Palermo, Pisa, Varese, Modena, Perugia, Padova, e coinvolge 30 centri infettivologici suddivisi tra Nord, Centro e Sud.

La particolarità di questo progetto risiede nelle caratteristiche della piattaforma software utilizzata, che permette non solo di mettere in rete tutti i dati in tempo reale, ma – spiega il Prof. Marco Falcone, segretario Simit – «anche di determinare un sistema di analisi dei dati stessi tramite l’intelligenza artificiale con analisi predittive. Ciò significa che avremo la possibilità di anticipare le diagnosi, identificare il miglior trattamento, individuare i casi più complessi, fino a migliorare la gestione delle infezioni e ridurre la mortalità. Questo trasforma la ricerca da statica a dinamica».
La prima raccomandazione è quella di usare in modo appropriato i farmaci per contrastare le infezioni batteriche. Questo atteggiamento è considerato la via più sicura per vincere la battaglia mondiale contro la resistenza agli antibiotici, dovuta proprio al consumo eccessivo e incontrollato di questo genere di farmaci. La regola ferrea impone di non assumere antibiotici senza una valutazione clinica. Una terapia del genere impone il controllo medico e una rivalutazione a 36/72 ore per verificare se il farmaco prescritto sta dando i benefici attesi. Una delle cose da evitare è l’assunzione di un antibiotico solo perché lo si ha in casa, ovvero se n’è fatto uso in precedenza.

Tra le tante iniziative per informare sull’uso corretto dei farmaci antibiotici, l’Associazione microbiologi clinici italiani, Cittadinanzattiva, Federchimica-Assobiotec e Diasorin, ha promosso una campagna per far crescere la consapevolezza su diagnostica e prevenzione, e per promuovere l’utilità dello screening su temi di antibiotico-resistenza. E il ruolo del microbiologo clinico-sentinella è fondamentale ai fini della sorveglianza e prevenzione, proprio perché in grado di identificare e tipizzare i microrganismi.

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