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Quella “notte prima degli esami”, è ancora la stessa?

20.06.2023

Compie 40 anni la canzone cult di Antonello Venditti, mentre quest’anno oltre 500mila studenti affrontano di fatto i primi esami veri da tre anni a questa parte, dopo la pandemia.

È decisamente cambiata la “notte prima degli esami”, quella vissuta in totale isolamento o scambiando impressioni al telefono con i compagni di scuola. La voce tradiva l’emozione per l’attesa, ci si poteva scambiare sguardi solo incontrandosi di persona. Così raccontano quelli che hanno affrontato gli esami di maturità prima che gli smartphone cambiassero il modo di tenere le relazioni. Un cantautore come Antonello Venditti ha descritto la “Notte prima degli esami” esattamente quarant’anni fa, con la preoccupazione che assaliva i maturandi. Un’Italia certamente diversa quella degli anni ’80, ma lo spirito con cui si affrontano le prove pare essere sempre lo stesso.

Una canzone diventata un inno al compimento di un percorso che le generazioni di giovani si sono ritrovate e continueranno ad affrontare sapendo quanto sarà stato importante questo primo traguardo. Non sempre e non tutto va come si spera. È una logica e pure un rituale. Chi afferma di non spaventarsi degli esami di maturità lo fa per spavalderia o per esorcizzare il momento. Due studenti su tre dichiarano di affidarsi alla musica come strumento di compagnia e per allentare la tensione. Una volta c’erano walkman e musicassette, oggi si attinge dalle piattaforme YouTube e Spotify. Per molti di essi, la musica nelle orecchie aiuta a trovare concentrazione per il classico ripasso.

Gli oltre 500mila studenti che affrontano gli Esami di Stato delle Superiori sono reduci dall’esperienza della pandemia. Le restrizioni hanno fatto molto male alla scuola e ai ragazzi soprattutto dal punto di vista psicologico. Non potrà essere questa una giustificazione, ma non sarà stato semplice arrivare alle prove di maturità senza i postumi di un percorso inusuale, fatto di forzata separazione fisica e massiccia interattività. Quelli che gli studenti affrontano a giugno 2023 sono di fatto i primi esami veri da tre anni a questa parte. Una generazione che è stata fermata, che ha ripreso a singhiozzo fino a ripartire nell’ultima stagione. Il 3.6% di studenti non ammessi alle prove della maturità è una percentuale media da ritenersi alta su scala nazionale. C’è pure poca chiarezza, tra gli studenti, sui criteri di valutazione da parte delle commissioni.

Una cosa non è cambiata: la corsa a indovinare le tracce della prova di italiano. Si sono rincorsi i temi legati all’attualità (come non pensare alla guerra in Ucraina), alle trasformazioni tecnologiche (in primo piano le sfide poste dall’intelligenza artificiale e il metaverso), alle ricorrenze (i 75 anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana, per esempio). Più difficile azzeccare i grandi autori della letteratura, ma in tanti hanno scommesso su Alessandro Manzoni, da tempo grande assente all’esame di maturità e di cui ricorre quest’anno il 150esimo anniversario dalla morte. Una volta note le tracce, si sentirà dire: «ci avrei scommesso», ovvero «perché non ci ho pensato?».

Credito fotografico:
Notte prima degli esami; Italian International Film

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