Il sarcofago di Chernobyl “ha perso le sue funzioni di sicurezza primarie, compresa la sua capacità di confinamento” e va urgentemente riparato. A dirlo è l’Aiea, l’agenzia sul nucleare di Vienna, che è sempre stata cauta nelle sue affermazioni.
La settimana scorsa, un team dell’Aiea ha completato una valutazione dettagliata del Nuovo Confinamento di Sicurezza (Nsc) nel sito di Chernobyl, gravemente danneggiato da un attacco con droni nel mese di febbraio. Questo evento ha anche causato un grave incendio nel rivestimento esterno dell’imponente struttura in acciaio costruita per impedire qualsiasi rilascio radioattivo dal reattore distrutto nell’incidente del 1986.
Chernobyl shield lost confinement ability in drone strike, UN nuclear watchdog says https://t.co/W1zcM0okGf
— BBC News (World) (@BBCWorld) December 7, 2025
“La missione”, afferma l’agenzia, “ha confermato che l’Nsc aveva perso le sue funzioni di sicurezza primarie, compresa la capacità di confinamento, ma ha anche riscontrato che non vi erano danni permanenti alle sue strutture portanti o ai sistemi di monitoraggio”.
“Sono state effettuate riparazioni temporanee limitate sul tetto, ma un restauro tempestivo e completo rimane essenziale per prevenire un ulteriore degrado e garantire la sicurezza nucleare a lungo termine”, ha affermato il direttore generale Grossi.
Sulla base dei risultati della missione, l’Aiea “raccomanda ulteriori lavori di ripristino e protezione della struttura dell’Nsc, comprese misure di controllo dell’umidità e un programma aggiornato di monitoraggio della corrosione, nonché un potenziamento del sistema integrato di monitoraggio automatico della struttura di protezione costruita sopra il reattore immediatamente dopo l’incidente”.
Nel 2026, con il sostegno della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), il sito di Chernobyl intraprenderà ulteriori riparazioni temporanee per sostenere il ripristino della funzione di confinamento dell’Nsc, aprendo la strada al completo restauro una volta terminato il conflitto.
“Presso la centrale nucleare di Chernobyl”, è scritto in un rapporto riservato Aiea dello scorso maggio fatto uscire da fonti ucraine, “sono in corso i lavori per valutare l’entità dei danni subiti dal Nuovo Confinamento di Sicurezza (Nsc) a seguito dell’attacco con droni avvenuto a metà febbraio. Le operazioni di spegnimento dell’incendio causato dall’attacco sono durate diverse settimane. A seguito degli interventi di emergenza, sul rivestimento esterno dell’Nsc sono stati identificati circa 330 fori, con una dimensione media di 30-50 cm. Le valutazioni preliminari hanno rivelato danni significativi. I pannelli in acciaio inossidabile del rivestimento esterno, i materiali isolanti e gran parte della membrana progettata per proteggere dall’acqua, dall’umidità e dall’aria sono stati compromessi. Inoltre, anche il sistema di gru principale dell’Nsc, compresa l’area del garage per la manutenzione delle gru, è stato danneggiato ed è attualmente fuori servizio”.
Secondo i risultati del rapporto Aiea di maggio, “gli altri sistemi dell’Nsc – monitoraggio delle radiazioni e sismico, decontaminazione, gestione dei rifiuti radioattivi, alimentazione elettrica e protezione antincendio – rimangono funzionanti. Anche i sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria sono operativi, ma non vengono utilizzati a seguito dell’incidente” e al momento non vi è rilascio di radioattività.
Ma è bene non continuare a correre sul filo dell’abisso, anche perché c’è una guerra in corso e nuovi incidenti possono accadere. Ad esempio il 5 ottobre è stata colpita e messa fuori uso una sub stazione elettrica di Slavuitich, che opera una linea elettrica da 330kw a servizio della centrale. Per ben 16 ore il sarcofago ha potuto utilizzare solo su due generatori diesel di emergenza, prima che la linea fosse recuperata. Ancora una volta è andata bene, ma la fortuna non è infinita.
